Risposta della Banca d'Italia alla consultazione della Commissione europea sulla revisione delle disposizioni macroprudenzialidell'Unione europea per il settore bancario

Go to the english version Cerca nel sito

Il 18 marzo scorso si è conclusa la consultazione pubblica della Commissione europea sulla revisione periodica delle disposizioni macroprudenziali dell'Unione europea per il settore bancario (l'ultima revisione era stata condotta nel 2016). La Banca d'Italia ha partecipato alla consultazione; le risposte alle domande poste dalla Commissione, insieme a una sintesi dei punti principali, sono riportate in questo documento.

Lo scoppio della crisi pandemica all'inizio del 2020 ha rappresentato un banco di prova per valutare l'efficacia dell'attuale quadro macroprudenziale in un periodo di stress, sebbene lo shock che ha colpito l'economia sia stato diverso da quelli originariamente ipotizzati nella regolamentazione. Rispetto alla crisi finanziaria globale del 2008, il sistema bancario europeo ha beneficiato, da un lato, delle eccezionali misure di sostegno varate dagli Stati membri e del supporto della politica monetaria e, dall'altro, della maggiore solidità seguita all'attuazione delle riforme di Basilea III. Anche le autorità macroprudenziali hanno risposto tempestivamente, rilasciando quando possibile le riserve di capitale già accumulate o rinviando l'entrata in vigore di nuove richieste di buffer patrimoniali. Ciò ha consentito alle banche di continuare a sostenere il flusso di credito all'economia. Anche alla luce dell'esperienza della crisi pandemica, la Banca d'Italia ritiene utile accrescere la quota di buffer patrimoniali effettivamente rilasciabili dalle autorità in caso di shock esogeni indipendenti dal ciclo economico o finanziario. A tal fine, ad esempio, si potrebbe introdurre nel quadro regolamentare la possibilità per le autorità di rilasciare, in tutto o in parte, la riserva di conservazione del capitale (capital conservation buffer) in circostanze particolarmente avverse.

Nella risposta alla consultazione si auspica anche una maggiore flessibilità nel processo di fissazione della riserva di capite anticiclica (countercyclical capital buffer), purché esso continui a rimanere basato sull'utilizzo di indicatori del rischio ciclico di natura quantitativa, così da mantenere un adeguato livello di prevedibilità e di armonizzazione tra i paesi dell'Unione europea. Sarebbe inoltre preferibile non utilizzare questa specifica riserva di capitale per far fronte a rischi non ciclici.

La Banca d'Italia, inoltre, vede con favore un'armonizzazione a livello europeo, per quanto minima, degli strumenti cosiddetti borrower based (come, ad esempio, i limiti al rapporto tra l'ammontare del prestito erogato e il valore della garanzia prestata) da conseguire sulla base delle raccomandazioni già emanate in materia dal Consiglio europeo per il rischio sistemico (European Systemic Risk Board, ESRB). È importante, in ogni caso, che il disegno, la fissazione e l'attivazione di tali strumenti rimangano di esclusiva competenza delle autorità nazionali.