Rapporto sulla stabilità finanziaria n. 2 - 2016

I rischi legati alla crescita mondiale rimangono elevati. Le prospettive di una crescita ancora modesta in Europa e l’incertezza sugli sviluppi politici nei principali paesi avanzati potrebbero alimentare forti variazioni dei corsi delle attività finanziarie nei prossimi mesi. Nell’area dell’euro le tensioni sono contenute dalla politica monetaria dell’Eurosistema. Dopo le elezioni negli Stati Uniti i rendimenti obbligazionari sono aumentati in tutte le economie avanzate; lo spread sui titoli pubblici italiani è salito.

La ripresa economica in Italia, seppure debole, favorisce il riequilibrio dei bilanci delle banche. Diminuiscono sia il flusso di crediti deteriorati sia il peso della loro consistenza sul totale dei prestiti. La posizione patrimoniale migliora, anche se con gradualità, e le condizioni di liquidità si mantengono nel complesso favorevoli. La redditività degli intermediari italiani, al pari delle altre banche europee, rimane bassa. I timori degli investitori per la scarsa redditività e per il livello ancora elevato dei crediti deteriorati si sono riflessi sulle quotazioni azionarie, scese dall’inizio dell’anno. Nel complesso le banche rimangono esposte agli shock, di origine interna o internazionale, che possono avere impatti sui mercati dei capitali e sulla crescita economica.

I bilanci delle famiglie restano solidi grazie al contenuto livello dell’indebitamento; l’aumento del reddito disponibile e i bassi tassi di interesse rendono più agevole il servizio del debito. Migliora la situazione finanziaria delle imprese, in virtù sia del recupero della redditività sia del calo dell’incidenza degli oneri finanziari sul margine operativo lordo. Le attese sugli utili delle compagnie di assicurazione italiane risentono dell’incertezza sui mercati finanziari e del rallentamento della crescita economica, ma la redditività delle imprese nel primo semestre è rimasta sui livelli del 2015.

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