Rapporto sulla stabilità finanziaria n. 1 - 2015

I rischi globali diminuiscono, ma restano significativi - Il miglioramento delle prospettive di crescita nei paesi avanzati attenua i rischi per la stabilità finanziaria. Permangono tuttavia aree di vulnerabilità. La crescita rallenta nelle economie emergenti, esposte ai rischi di un possibile rialzo dei tassi ufficiali negli Stati Uniti e di un ulteriore apprezzamento del dollaro. La caduta del prezzo del petrolio potrebbe avere ripercussioni negative sulla sostenibilità del debito nei paesi produttori. Le tensioni geopolitiche potrebbero innescare repentini aumenti della volatilità dei prezzi delle attività finanziarie.

La situazione in Grecia è un fattore di potenziale instabilità - L’incertezza sulle trattative tra le autorità greche e le istituzioni europee per il completamento del programma macroeconomico di aggiustamento sta determinando un rialzo degli spread sui titoli di Stato dell’area. L’Eurosistema è pronto a fronteggiare gli effetti sui mercati finanziari di un aggravamento delle tensioni; nondimeno un deterioramento della situazione potrebbe avere sviluppi difficili da prevedere.

L’Eurosistema ha avviato misure per contrastare i rischi derivanti dalla bassa inflazione… I rischi per la stabilità finanziaria dell’area dell’euro, che derivano dalla bassa crescita e dal persistere di livelli di inflazione molto contenuti, si stanno attenuando con l’avvio del programma di acquisto di titoli pubblici. Il piano sta già producendo effetti: le aspettative di inflazione a medio e a lungo termine stanno risalendo e i rendimenti dei titoli di Stato sono scesi, divenendo negativi fin oltre la scadenza quinquennale in alcuni paesi dell’area.

…con modalità volte a preservare l’ordinato funzionamento dei mercati - Dagli indicatori di mercato non emergono squilibri nei prezzi o nei volumi scambiati. Le modalità di attuazione degli acquisti da parte dell’Eurosistema sono definite in modo da non distorcere il processo di formazione dei prezzi dei titoli.

Il miglioramento macroeconomico può favorire il riequilibrio dei conti pubblici - In Italia il ritorno alla crescita e il rialzo dell’inflazione possono accelerare il riequilibrio dei conti pubblici. Secondo il Documento di economia e finanza 2015 presentato dal Governo, il rapporto tra debito e prodotto comincerebbe a ridursi dal 2016, grazie al miglioramento del quadro economico e al contenimento dei disavanzi.

La situazione patrimoniale delle famiglie rimane solida - Il grado di indebitamento delle famiglie resta basso. La vulnerabilità di quelle indebitate rimarrebbe contenuta anche in caso di caduta del reddito nominale o di rialzi dei tassi di interesse.

La redditività delle imprese è diminuita, ma migliorano le prospettive di crescita - Si è ancora ridotta la redditività delle imprese, ma le indagini più recenti rilevano un miglioramento delle prospettive di crescita delle vendite e degli investimenti, soprattutto per le aziende grandi e per quelle esportatrici. Per il settore nel suo complesso è proseguito il graduale rafforzamento della struttura finanziaria; le condizioni di liquidità e di accesso ai finanziamenti esterni sono migliorate. Una fascia rilevante di imprese di piccola e media dimensione e con elevato indebitamento continua tuttavia a incontrare difficoltà nell’accesso al credito.

La debolezza congiunturale continua a pesare sulla qualità del credito… Il protrarsi della debolezza dell’attività economica e il recepimento nei bilanci bancari dei risultati della revisione della qualità degli attivi hanno determinato un aumento dei flussi di prestiti deteriorati nell’ultimo trimestre del 2014. Ciò nonostante i tassi di copertura continuano a crescere. Sono allo studio iniziative per ridurre lo stock di partite deteriorate nei bilanci delle banche; il loro avvio contribuirebbe a sostenere la dinamica del credito a famiglie e imprese e, per questa via, la ripresa economica.

…e sulla redditività delle banche - Nel 2014 le rettifiche su crediti hanno assorbito pressoché interamente il risultato di gestione delle banche. Il rendimento del capitale è stato negativo. Prosegue il riassetto organizzativo delle banche, che negli ultimi anni ha consentito guadagni di efficienza attraverso la riduzione di sportelli e di dipendenti. La ripresa della redditività è strettamente legata alla crescita dell’economia.

Il livello di patrimonializzazione continua a migliorare - La dotazione patrimoniale degli intermediari continua a crescere; alla fine dell’anno scorso il rapporto tra il capitale di migliore qualità e le attività ponderate per i rischi (CET1 ratio) aveva raggiunto l’11,8 per cento. Per i due principali gruppi il rapporto era in linea con quello delle altre grandi banche europee.

L’esposizione al rischio di tasso è limitata sia per le banche… L’esposizione delle banche italiane al rischio di tasso di interesse è bassa. Le potenziali perdite del valore netto di attività e passività sarebbero, anche per gli intermediari più esposti, ben inferiori alla soglia di attenzione prevista dalla regolamentazione.

…sia per le assicurazioni - Le imprese di assicurazione italiane sono tra le meno esposte in Europa al rischio di tasso di interesse, anche a fronte di un prolungato periodo di bassi rendimenti nominali. La maggior parte di esse ha una struttura dei flussi di cassa equilibrata, che riflette un buon allineamento della durata finanziaria delle attività e delle passività. L’impatto di variazioni della curva dei tassi di interesse sul valore netto dell’attivo e del passivo sarebbe limitato anche in scenari di stress. Le compagnie restano esposte a variazioni dei premi per il rischio sui titoli di Stato.

La liquidità dei mercati italiani si mantiene buona - Il programma di acquisto di titoli pubblici dell’Eurosistema ha avuto effetti positivi sulla liquidità dei mercati azionari e obbligazionari privati italiani, non direttamente interessati dagli interventi. I rendimenti dei titoli di Stato si sono fortemente ridotti; nei primi due mesi dell’anno si sono avuti ingenti acquisti dall’estero. Anche sui mercati italiani degli ABS e dei covered bond interessati dai piani di acquisto dell’Eurosistema si sono realizzati significativi cali dei rendimenti.

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