La recente crisi finanziaria ha rafforzato l'esigenza, per le imprese, di ricorrere a fonti di finanziamento alternative al credito bancario e, per le banche, di accrescere la redditività delle attività diverse da quella di prestito.
Il lavoro fornisce alcune indicazioni circa la possibilità e la convenienza per le banche italiane di ampliare l'offerta di servizi finanziari alle imprese attraverso l'analisi del mercato del collocamento dei titoli emessi dalle imprese italiane nel periodo 2000-2016. Esistono ampi margini di espansione per le banche italiane in questo mercato: la loro quota sul totale dei titoli collocati risulta pari a circa un terzo nella media del periodo considerato. Nell'ultimo decennio il rapporto tra il totale delle commissioni da collocamento e il totale degli interessi attivi delle banche italiane è cresciuto. Il rendimento unitario associato a questo tipo di attività ha mostrato un andamento decrescente fino al 2008 e sostanzialmente costante negli anni successivi; la riduzione è risultata inferiore a quella della redditività unitaria delle attività di prestito e di investimento in titoli.
L'accesso delle imprese ai mercati azionario e obbligazionario comporta un parziale spiazzamento dei finanziamenti bancari e una diminuzione dei tassi di interesse per le imprese che hanno emesso titoli per la prima volta e per quelle rischiose; non indebolisce però la relazione di credito con le banche che al contempo svolgono un ruolo rilevante nel collocamento dei titoli e nel finanziamento delle imprese emittenti.