N. 11 - L'economia delle MarcheRapporto annuale

Nel 2016 l’attività economica nelle Marche è cresciuta in misura modesta, meno che in Italia, con un indebolimento nel secondo semestre dell’anno. Vi ha influito anche una devastante serie di eventi sismici che ha coinvolto un’ampia porzione del territorio regionale; come primo impatto sull’economia, la sequenza sismica ha sottratto flussi turistici al territorio colpito e ha ostacolato le attività economiche dei luoghi più vicini agli epicentri, caratterizzati da una prevalente specializzazione nell’agricoltura e nelle attività manifatturiere e commerciali a essa maggiormente legate.

Hanno invece continuato a sostenere l’attività produttiva le imprese industriali di medie e grandi dimensioni, che hanno anche intensificato gli investimenti.

La lenta crescita dell’economia è proseguita nei primi mesi del 2017. Per il resto dell’anno, secondo le valutazioni formulate dalle imprese, le prospettive relative agli ordini interni ed esteri e le intenzioni di investimento rimarrebbero moderatamente favorevoli. Un sostegno alla ripresa economica, in particolare nel settore delle costruzioni, potrebbe venire dall’avvio delle opere di ricostruzione post-sisma.

Le imprese

Tra i settori produttivi, nel 2016 i risultati migliori sono stati ottenuti dall’industria manifatturiera, che ha beneficiato di un moderato rafforzamento degli ordini interni ed esteri. L’andamento è stato disomogeneo tra i comparti – dove prosegue la crescita dell’industria mobiliera e di quella meccanica, a fronte del calo della moda – e soprattutto tra le classi dimensionali di impresa: in tutti i principali comparti le aziende di maggiore dimensione hanno conseguito risultati più favorevoli delle piccole, le cui difficoltà perdurano. Si è prolungata la fase recessiva dell’edilizia, che stenta a trarre sostegno dal recupero degli scambi nel mercato immobiliare, anche a causa della considerevole quantità di immobili rimasti invenduti. Il settore terziario ha ristagnato, risentendo anche del calo delle presenze turistiche.

L’accumulazione di capitale si è intensificata nell’industria, pur rimanendo al di sotto dei livelli precedenti la crisi. I nuovi investimenti sono stati favoriti dal miglioramento della situazione economica e finanziaria delle imprese, dal parziale assorbimento dei margini di capacità produttiva inutilizzati e dagli incentivi fiscali.

Il credito alle imprese è lievemente sceso, con un andamento differenziato tra settori, classi dimensionali e classi di rischiosità: i prestiti sono cresciuti per le aziende manifatturiere medio-grandi e con rating migliori, verso cui l’orientamento di offerta delle banche risulta più accomodante.

Il mercato del lavoro

Nel 2016 l’occupazione è diminuita, dopo la sostanziale invarianza del 2015; nell’ultimo biennio le Marche non hanno condiviso il percorso di crescita occupazionale osservato nel complesso del Paese. Nel 2016 il calo si è concentrato nei comparti delle costruzioni e dei servizi ricettivi e del commercio. È lievemente aumentato solo il lavoro dipendente e principalmente nelle forme meno stabili. Il tasso di disoccupazione è salito, assottigliando il divario favorevole rispetto alla media nazionale. Negli ultimi anni il quadro occupazionale è peggiorato soprattutto per i giovani con meno di 35 anni e per gli stranieri.

Le famiglie

Nel 2016 la spesa delle famiglie per beni di consumo, in particolare quelli a uso durevole, è aumentata per il terzo anno consecutivo, dopo il forte contenimento negli anni della crisi del debito sovrano. Dalla seconda metà del 2015 si stanno espandendo anche gli acquisti di abitazioni, sebbene il volume degli scambi sia pari soltanto alla metà del picco raggiunto nel 2006. Le nuove spese hanno alimentato la domanda di credito delle famiglie, che ha incontrato distese condizioni di offerta da parte del sistema bancario e, in particolare, tassi di interesse in ulteriore flessione. I nuovi contratti di mutuo, in forte espansione, sono stati di minore importo unitario e destinati in misura maggiore a persone più giovani. In presenza di bassi livelli dei tassi di interesse, il risparmio finanziario si è ancora diretto verso forme d’investimento prontamente liquidabili, come i depositi in conto corrente; si sono accresciuti anche gli investimenti in strumenti del risparmio gestito, che agevolano la diversificazione del rischio di portafoglio.

Il mercato del credito

È proseguito il processo di riconfigurazione della rete territoriale delle banche, soprattutto a opera degli intermediari di maggiore dimensione: il numero di sportelli si è ridotto e in parallelo si è andata diffondendo l’offerta di modalità di relazioni con la clientela a distanza, tramite tecnologie per l’informatica e la comunicazione. Il credito al complesso della clientela regionale è risultato stazionario. La qualità del credito sta gradualmente migliorando: gli indicatori del deterioramento risultano in flessione, sebbene rimangano elevati nel confronto con l’Italia, specie per i finanziamenti all’edilizia.

La finanza pubblica

Nel 2016 il debito delle Amministrazioni locali delle Marche è ancora diminuito; la sua incidenza sul PIL regionale è in linea con la media delle Amministrazioni locali del Paese. Negli ultimi anni si è ridotta la spesa corrente primaria, anche per effetto del calo del personale; quella in conto capitale avrebbe ripreso a crescere nel 2016. Si è fatto anche ricorso, su impulso di incentivi e obblighi di legge, a forme di cooperazione tra Comuni di piccole dimensioni per lo svolgimento di alcuni servizi, al fine di garantire un’offerta più ampia e di contenere le spese.

L’area colpita dal sisma e le misure per la ricostruzione

Gli eventi sismici che si sono succeduti da agosto 2016 a gennaio 2017 hanno coinvolto un’area molto vasta del territorio regionale, in cui risiede oltre un quinto della popolazione. L’economia delle zone più vicine agli epicentri sismici è maggiormente legata alle attività agricole e si caratterizza per una bassa densità industriale. Le zone che, pur incluse nel cratere del sisma, sono relativamente più distanti dagli epicentri si connotano invece per una più ampia diffusione di imprese manifatturiere, anche di grandi dimensioni, nelle tradizionali specializzazioni produttive regionali, come il comparto delle pelli, cuoio e calzature, del tessile e abbigliamento e degli elettrodomestici. In queste aree, nonostante le difficoltà logistiche e i disagi subiti dagli addetti, non è risultata compromessa la prosecuzione dell’attività delle imprese. Risorse per la ricostruzione degli edifici pubblici e privati sono state stanziate dalla legge di bilancio per il 2017.

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