n. 32 - L'economia dell'UmbriaAggiornamento congiunturale

Dopo tre anni di flessione, nella prima parte del 2015 l’attività economica dell’Umbria ha mostrato segnali di recupero. La moderata ripresa della domanda interna si è accompagnata a un’espansione delle esportazioni. Indicazioni favorevoli emergono anche dai giudizi degli operatori sulle prospettive per i prossimi mesi.

Nei primi nove mesi dell’anno l’attività industriale ha evidenziato una tendenza positiva, estesa a tutti i principali settori di specializzazione; nell’indagine della Banca d’Italia i casi di aumento del fatturato prevalgono nettamente su quelli di riduzione. La propensione ad avviare nuovi investimenti è rimasta nel complesso contenuta, in relazione agli ancora ampi margini di utilizzo degli impianti.

Nell’edilizia è proseguita la contrazione dei livelli produttivi, in particolare per gli operatori di maggiori dimensioni; le attività di ristrutturazione hanno tuttavia evidenziato alcuni segnali positivi. La ripresa dei consumi delle famiglie si è riflessa in un lieve incremento delle vendite al dettaglio. Sono ulteriormente aumentati i flussi turistici, soprattutto di visitatori stranieri.

La crescita dell’occupazione rilevata dalla metà dello scorso anno si è intensificata, in presenza di un incremento significativo delle assunzioni a tempo indeterminato. L’aumento del numero di persone in cerca di lavoro ha però determinato una sostanziale stazionarietà del tasso di disoccupazione.

Nel corso del 2015 il credito concesso da banche e società finanziarie a residenti umbri ha ripreso ad aumentare. L’espansione ha beneficiato del miglioramento congiunturale e ha coinvolto principalmente le imprese e gli intermediari di maggiori dimensioni. La crescita della domanda si è rafforzata nel primo semestre dell’anno; per le famiglie vi ha contribuito la richiesta di mutui per l’acquisto di abitazioni. Le condizioni di offerta sono risultate più distese, in particolare per la clientela meno rischiosa. I flussi di nuove sofferenze sono rimasti elevati, circa tre volte i livelli registrati prima della crisi, e risultano ancora concentrati nel settore produttivo. I depositi bancari di famiglie e aziende umbre hanno continuato a crescere.

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