Bollettino economico BCE, n. 7 - 2017

Nell’area dell’euro prosegue l’espansione solida e generalizzata dell’attività economica. I dati più recenti e i risultati delle ultime indagini congiunturali indicano una perdurante dinamica espansiva nella seconda metà dell’anno. Le misure di politica monetaria della BCE continuano a sostenere la domanda interna, presupposto essenziale per ulteriori progressi verso un aggiustamento durevole del profilo dell’inflazione verso livelli inferiori ma prossimi al 2 per cento nel medio termine. I consumi privati sono sospinti dalla crescita dell’occupazione, che a sua volta beneficia delle intervenute riforme del mercato del lavoro, e dall’aumento della ricchezza delle famiglie. La ripresa degli investimenti delle imprese continua a essere sostenuta da condizioni di finanziamento molto favorevoli e da miglioramenti nella redditività delle imprese. Si sono rafforzati anche gli investimenti nel settore delle costruzioni. I rischi per le prospettive di crescita nell’area dell’euro rimangono sostanzialmente bilanciati. Da un lato, il forte slancio congiunturale, evidenziato dalla recente evoluzione degli indicatori del clima di fiducia, potrebbe dar luogo a ulteriori sviluppi inattesi per la crescita; dall’altro, i rischi al ribasso rimangono principalmente riconducibili a fattori di carattere internazionale e agli andamenti nei mercati valutari. A livello mondiale, la crescita si è estesa a diversi paesi e gli indicatori congiunturali segnalano una dinamica sostenuta. Dopo un rallentamento nel secondo trimestre del 2017, la dinamica del commercio mondiale si è rafforzata a luglio ed è rimasta solida in agosto, trainata principalmente dalle economie avanzate. Gli indicatori anticipatori continuano a segnalare prospettive positive per la crescita del commercio nel breve periodo.

A settembre nell’area dell’euro il tasso di inflazione sui dodici mesi misurato sullo IAPC è rimasto all’1,5 per cento, invariato rispetto ad agosto. Dall’inizio del 2017 le misure dell’inflazione di fondo hanno registrato una moderata ripresa, sebbene debbano palesarsi segnali più convincenti di una durevole tendenza al rialzo. La dinamica salariale ha mostrato un certo rafforzamento, ma le pressioni interne sui costi nel complesso si mantengono tuttora contenute. Anche l’inflazione complessiva a livello mondiale ha registrato un incremento in agosto, soprattutto in ragione dell’aumento dei prezzi dell’energia e dei beni alimentari. L’inflazione di fondo nell’area dell’euro dovrebbe continuare ad aumentare gradualmente nel medio periodo, sostenuta dalle misure di politica monetaria della BCE, dal perdurare dell’espansione economica nonché dalla progressiva riduzione della capacità inutilizzata nell’economia e dalla più vigorosa dinamica salariale associate a tale espansione. In prospettiva, sulla base delle quotazioni correnti dei contratti future sul petrolio, è probabile che l’inflazione complessiva registri un calo temporaneo verso il volgere dell’anno, soprattutto di riflesso agli effetti base dei prezzi dell’energia.

L’aggregato monetario ampio continua a crescere a ritmo sostenuto e prosegue la ripresa graduale dell’espansione dei prestiti. Le contropartite interne dell’aggregato monetario ampio, collegato agli acquisti da parte dell’Eurosistema nell’ambito del programma di acquisto di attività (PAA) e alla ripresa graduale dell’espansione dei prestiti al settore privato, sono state le determinanti principali della crescita dell’aggregato monetario ampio. La più recente indagine sul credito bancario nell’area dell’euro evidenzia che l’espansione dei prestiti continua a essere sostenuta dall’incremento della domanda di credito da parte di imprese e famiglie e dall’allentamento dei criteri di affidamento per i prestiti alle famiglie. I costi di finanziamento per le società non finanziarie (SNF) dell’area dell’euro rimangono favorevoli, in presenza di tassi sui prestiti bancari alle SNF prossimi ai minimi storici.

I mercati finanziari rispecchiano la maggiore solidità delle prospettive economiche per l’area dell’euro e degli andamenti a livello mondiale. Dagli inizi di settembre i rendimenti dei titoli di Stato dell’area dell’euro sono cresciuti e l’inclinazione della curva a termine dell’Eonia si è accentuata. Il miglioramento delle prospettive economiche e un certo allentamento delle tensioni geopolitiche hanno trainato l’aumento degli indici dei corsi azionari, mentre i differenziali sulle obbligazioni societarie si sono ridotti. Il valore dell’euro su base ponderata per l’interscambio è rimasto nel complesso invariato, nonostante un lieve indebolimento bilaterale nei confronti del dollaro statunitense e della sterlina britannica.

Nella riunione di politica monetaria del 26 ottobre 2017 il Consiglio direttivo ha assunto le seguenti decisioni, nel perseguimento del suo obiettivo di stabilità dei prezzi.

  • Innanzitutto, i tassi di interesse di riferimento della BCE sono stati mantenuti invariati e il Consiglio direttivo continua ad attendersi che rimangano su livelli pari a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo, e ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività.
  • In secondo luogo, per quanto concerne le misure non convenzionali di politica monetaria, l’Eurosistema continuerà a condurre acquisti nell’ambito del PAA all’attuale ritmo mensile di 60 miliardi di euro sino alla fine di dicembre 2017. Da gennaio 2018 gli acquisti netti di attività dovrebbero proseguire a un ritmo mensile di 30 miliardi di euro sino alla fine di settembre 2018, o anche oltre se necessario, e in ogni caso finché il Consiglio direttivo non riscontrerà un aggiustamento durevole dell’evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di inflazione. In caso di prospettive meno favorevoli o di condizioni finanziarie incoerenti con ulteriori progressi verso un aggiustamento durevole del profilo dell’inflazione, il Consiglio direttivo è pronto a incrementare il PAA in termini di entità e/o durata.
  • Come terzo punto, l’Eurosistema reinvestirà il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nell’ambito del PAA per un prolungato periodo di tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività, e in ogni caso finché sarà necessario. Questa misura contribuirà sia a mantenere condizioni di liquidità favorevoli, sia a un adeguato orientamento della politica monetaria.
  • Infine, il Consiglio direttivo ha anche deciso di continuare a condurre le operazioni di rifinanziamento principali e le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine con scadenza a tre mesi mediante aste a tasso fisso con piena aggiudicazione degli importi richiesti finché necessario, e almeno sino al termine dell’ultimo periodo di mantenimento delle riserve del 2019.

Il Consiglio direttivo ha assunto queste decisioni al fine di preservare le condizioni di finanziamento molto favorevoli che sono tuttora necessarie per un ritorno durevole dei tassi di inflazione verso livelli inferiori ma prossimi al 2 per cento. Se da un lato la ricalibrazione degli acquisti di attività riflette la crescente fiducia nella graduale convergenza dell’inflazione verso l’obiettivo prefissato, dall’altro le spinte interne sui prezzi sono ancora complessivamente tenui, e le prospettive economiche e il profilo dell’inflazione continuano a dipendere dal perdurante sostegno offerto dalla politica monetaria. Il Consiglio direttivo ha perciò concluso che è tuttora necessario un ampio grado di stimolo monetario per consentire l’accumularsi graduale di spinte inflazionistiche e sostenere la dinamica dell’inflazione complessiva nel medio periodo.

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