Bollettino economico BCE, n. 6 - 2017

Nella riunione di politica monetaria del 7 settembre 2017, il Consiglio direttivo ha valutato che se da un lato l’espansione economica in atto induce a ritenere che l’inflazione evolverà gradualmente su livelli coerenti con il proprio obiettivo di inflazione, dall’altro tale espansione deve ancora tradursi in maniera sufficiente in una dinamica dei prezzi più vigorosa. L’espansione economica, che ha accelerato oltre le attese nella prima metà del 2017, continua a essere solida e generalizzata nei diversi paesi e settori. Al tempo stesso la recente volatilità del tasso di cambio rappresenta una fonte di incertezza da tenere sotto osservazione per le possibili implicazioni sulle prospettive a medio termine della stabilità dei prezzi. Le misure dell’inflazione di fondo hanno registrato un lieve aumento negli ultimi mesi, ma nel complesso rimangono su livelli contenuti. Di conseguenza, è ancora necessario un grado molto elevato di accomodamento monetario per consentire l'accumularsi graduale di spinte inflazionistiche e sostenere la dinamica dell'inflazione complessiva nel medio periodo. Il Consiglio direttivo ha pertanto mantenuto invariato l'orientamento di politica monetaria e deciderà in autunno riguardo alla calibrazione degli strumenti di politica monetaria nel periodo successivo alla fine dell’anno.

L’espansione economica dell’area dell’euro prosegue e mostra segni di crescente tenuta, mentre le misure di politica monetaria sostengono la domanda interna. Nel secondo trimestre dell’anno l’aumento del PIL in termini reali dell’area è stato pari allo 0,6% per cento sul periodo precedente, dallo 0,5 del primo trimestre. La crescita del PIL in termini reali è sostenuta in prevalenza dalla domanda interna. I consumi privati sono sospinti dagli incrementi dell'occupazione, che a loro volta beneficiano delle passate riforme del mercato del lavoro, e dall'aumento della ricchezza delle famiglie. La ripresa degli investimenti continua a essere sostenuta da condizioni di finanziamento molto favorevoli e da miglioramenti della redditività delle imprese. Indicatori a breve e indagini congiunturali confermano una robusta dinamica espansiva su orizzonti ravvicinati.

La ripresa mondiale generalizzata sosterrà le esportazioni dell’area dell’euro. L’attività economica mondiale dovrebbe segnare un moderato rafforzamento, basato sul costante sostegno delle politiche monetarie e di bilancio nelle economie avanzate e su una ripresa delle economie emergenti esportatrici di materie prime. Dopo aver mostrato un netto miglioramento al volgere dell’anno, il commercio mondiale ha perso vigore nel periodo recente, ma gli indicatori anticipatori continuano a segnalare prospettive positive. Nel complesso, la sempre più diffusa ripresa mondiale attenuerà l’impatto potenziale sulle esportazioni dell'incremento del tasso di cambio, che si è apprezzato del 3,4 per cento su base ponderata per l’interscambio dopo la riunione di politica monetaria del Consiglio direttivo di giugno.

Le proiezioni macroeconomiche per l’area dell’euro formulate dagli esperti della BCE nel settembre 2017 prevedono una crescita del PIL in termini reali del 2,2% per cento nel 2017, dell’1,8% nel 2018 e dell’1,7% nel 2019. Rispetto all’esercizio condotto a giugno 2017 dagli esperti dell’Eurosistema, le prospettive di crescita del PIL sono state riviste al rialzo per il 2017 e restano in seguito pressoché invariate. I rischi per le prospettive di crescita nell’area dell’euro rimangono sostanzialmente bilanciati. Da un lato, l'attuale dinamica positiva del ciclo accresce la probabilità di una ripresa economica più vigorosa rispetto alle attese; dall’altro, permangono rischi al ribasso, riconducibili prevalentemente a fattori di carattere internazionale e all’evoluzione dei mercati valutari.

Secondo la stima preliminare dell’Eurostat, ad agosto 2017 l’inflazione sui dodici mesi misurata sullo IAPC si è collocata all’1,5 per cento, in aumento rispetto all’1,3 per cento per cento di luglio. Tale incremento riflette rincari dei beni energetici e, in misura minore, un aumento dell’inflazione dei prodotti alimentari trasformati. Sulla base dei prezzi correnti dei contratti future sul petrolio, è probabile che l’inflazione complessiva diminuisca temporaneamente verso il volgere dell’anno, in prevalenza di riflesso agli effetti base dei prezzi dell’energia, per poi risalire nuovamente.

Le misure dell’inflazione di fondo  hanno registrato un lieve aumento negli ultimi mesi, ma devono ancora mostrare convincenti segnali di una perdurante tendenza al rialzo. Sulla base della stima preliminare dell’Eurostat, l’inflazione al netto di alimentari e beni energetici si collocava all’1,2 per cento ad agosto, invariata rispetto a luglio, ma superiore di 0,4 punti percentuali rispetto alla media registrata nell’ultimo trimestre del 2016. Le pressioni interne sui costi, derivanti in particolare dai mercati del lavoro, sono tuttora contenute. L'inflazione di fondo nell'area dell'euro dovrebbe aumentare gradualmente nel medio termine, sostenuta dalle misure di politica monetaria della BCE, dal perdurare dell’espansione economica, nonché dalla progressiva riduzione della capacità inutilizzata nell'economia e dall’incremento dei salari associati a tale espansione.

Le proiezioni macroeconomiche di settembre formulate dagli esperti della BCE indicano un tasso annuo di inflazione misurato sullo IAPC dell’1,5 per cento nel 2017, dell’1,2 nel 2018 e dell’1,5 nel 2019. Rispetto all’esercizio dello scorso giugno svolto dagli esperti dell’Eurosistema, le prospettive per l’inflazione complessiva misurata sullo IAPC sono state riviste lievemente al ribasso, principalmente di riflesso al recente apprezzamento del tasso di cambio dell’euro.

Il disavanzo di bilancio nell’area dell’euro dovrebbe ridursi ulteriormente nell’orizzonte temporale di proiezione (2017-2019) per effetto del miglioramento delle condizioni cicliche e della riduzione della spesa per interessi. Secondo le proiezioni macroeconomiche formulate dagli esperti della BCE a settembre, il rapporto fra disavanzo pubblico e PIL nell’area dovrebbe scendere dall’1,5 per cento del 2016 allo 0,9 per cento nel 2019. I disavanzi strutturali non sono tuttavia in calo, nonostante dinamiche di crescita positive.

La crescita dell’aggregato monetario ampio è rimasta robusta, nonostante una certa volatilità mensile. Prosegue la ripresa della crescita dei prestiti al settore privato. Allo stesso tempo, si stima che nel secondo trimestre del 2017 il flusso annuo dei finanziamenti esterni totali alle società non finanziarie sia diminuito lievemente.

La trasmissione delle misure di politica monetaria adottate in anni recenti continua fornire un significativo sostengo alle condizioni di prestito. Dalla riunione di politica monetaria del Consiglio direttivo di giugno i rendimenti dei titoli di Stato dell’area dell’euro sono rimasti  sostanzialmente invariati. I differenziali sulle obbligazioni societarie rispetto al tasso privo di rischio si sono lievemente ridotti e permangono su livelli più bassi rispetto a quelli osservati all’inizio di marzo 2016, quando è stato annunciato il programma di acquisto di titoli del settore societario.

Sulla base dei risultati dell’analisi economica e dei segnali provenienti dall’analisi monetaria, il Consiglio direttivo ha concluso che è necessario continuare a fornire un grado molto elevato di accomodamento monetario per assicurare un ritorno durevole dei tassi di inflazione verso livelli inferiori ma prossimi al 2 per cento. Il Consiglio direttivo ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse di riferimento della BCE e si attende che rimangano sui livelli attuali per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l'orizzonte degli acquisti netti di attività. Quanto alle misure non convenzionali di politica monetaria, il Consiglio direttivo ha confermato l'intenzione di condurre acquisti netti di attività, all'attuale ritmo mensile di 60 miliardi di euro, sino alla fine di dicembre, o anche oltre se necessario, e in ogni caso finché non riscontrerà un aggiustamento durevole dell'evoluzione dei prezzi coerente con il proprio obiettivo di inflazione. Contestualmente agli acquisti netti, è reinvestito il capitale rimborsato sui titoli in scadenza acquistati nel quadro del programma di acquisto di attività (PAA). Inoltre il Consiglio direttivo ha confermato l’impegno ad incrementare il PAA in termini di entità e/o durata, in caso di prospettive non favorevoli o se le condizioni finanziarie risulteranno incoerenti rispetto a un aggiustamento durevole del profilo dell’inflazione. In autunno, il Consiglio direttivo deciderà sulla calibrazione degli strumenti di politica monetaria nel periodo successivo alla fine dell’anno, sulla base dell’evoluzione attesa dei prezzi e delle condizioni finanziarie necessarie per un ritorno durevole dell’inflazione verso livelli inferiori ma prossimi al 2 per cento.

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