Il portafoglio d'investimento della Banca d'Italia

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La Banca d’Italia investe sui mercati finanziari le risorse di cui dispone: le riserve ufficiali dell’Eurosistema (per la sua quota) e del Paese; i fondi di riserva che ha prudentemente accantonato anno dopo anno, a fronte di rischi di vario tipo; il fondo pensioni del suo personale.
Gli investimenti vengono effettuati in modo tale da cercare di preservare, possibilmente di accrescere, il valore di quelle risorse, sulla base di criteri improntati alla massima cautela, secondo le migliori prassi internazionali.

Circa il 90% del portafoglio finanziario è investito in titoli di Stato, italiani e di altri paesi dell’area dell’euro. Ma un portafoglio prudente dev’essere diversificato, quindi ci vuole anche una quota di azioni.

Proprio per non fare investimenti azionari che potessero essere considerati selettivi, la Banca d’Italia ha deciso anni fa di comporre la quota azionaria del proprio portafoglio replicando passivamente gli “indici generali” delle principali borse mondiali (il FTSE italiano, l’Euro Stoxx, il MSCI giapponese, lo S&P500 statunitense), direttamente o attraverso l’acquisto di Exchange Traded Funds (ETF).

L’unico vincolo che la Banca si è data è di togliere da questi indici così replicati le azioni di banche, assicurazioni e media, per non incorrere in possibili conflitti di interesse.

I titoli citati da alcuni recenti articoli di stampa (FCA, CNH, Ferrari) sono quotati alla borsa di Milano e pertanto rientrano necessariamente nell’indice FTSE che gli investimenti della Banca d’Italia, come già accennato, replicano passivamente.

Gli ETF americani in portafoglio replicano perfettamente gli indici di riferimento: nel periodo considerato il rendimento di questi ETF è stato effettivamente pari allo 0,4 per cento, identico a quello dell’indice di riferimento: lo S&P500.

A mero titolo informativo è utile evidenziare che la Banca d’Italia è un investitore con un orizzonte di lungo periodo e se si guarda agli ultimi dieci anni la performance decennale di questi ETF, e dell’indice ovviamente, supera il 60 per cento (oltre il 6 per cento annuo).

Queste e altre informazioni relative alla politica d’investimento della Banca d’Italia sono pubbliche e disponibili all’indirizzo (http://www.bancaditalia.it/compiti/riserve-portafoglio-rischi/index.html).