N. 741 - Perché le banche cartolarizzano (o cartolarizzavano?) i loro prestiti? Un’analisi empirica del mercato italiano

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di Massimiliano Affinito ed Edoardo Tagliaferrifebbraio 2010

Il lavoro verifica empiricamente quali sono le principali determinanti della decisione delle banche di cartolarizzare i propri crediti.

Prima della recente crisi finanziaria si è assistito in tutti i principali mercati finanziari a un incremento significativo delle cartolarizzazioni. Tale incremento ha portato alcuni studiosi a teorizzare che l’attività bancaria si stesse trasformando e che in futuro le banche non avrebbero più detenuto i prestiti concessi, ma li avrebbero distribuiti nei mercati. Tale nuovo modello di banca viene definito nella terminologia inglese “originate-to-distribute”, che può essere tradotto con l’espressione “concedere per distribuire”. Questo lavoro fornisce elementi per spiegare un tale profondo mutamento dell’attività bancaria.

La letteratura economica sulle cartolarizzazioni ha proposto quattro fattori principali, collegati tra loro. Innanzitutto, le banche troverebbero nelle cartolarizzazioni una fonte di approvvigionamento di liquidità, ad esempio quando i depositi si riducono a favore di strumenti finanziari a lungo termine. In secondo luogo, le cartolarizzazioni consentirebbero di trasferire parte del rischio di credito assunto attraverso la concessione di prestiti. In terzo luogo, le cartolarizzazioni potrebbero rappresentare un’opportunità di profitto, ad esempio quando il valore di mercato del prestito cartolarizzato è superiore al valore contabile, oppure quando la liquidità ottenuta con la cessione del prestito viene reinvestita in attività più remunerative. Infine, le cartolarizzazioni consentirebbero di disimpegnare porzioni del capitale che verrebbe destinato ad altre attività.

Il lavoro mostra che in Italia il ricorso alle cartolarizzazioni da parte delle banche, disciplinato per legge nel 1999, è progressivamente aumentato, restando però in media modesto. I risultati mostrano inoltre che le cartolarizzazioni bancarie sono frutto di una decisione complessa, a cui concorrono tutte le determinanti prese in considerazione. Le banche meno capitalizzate, con meno profitti, meno liquide e con maggiori sofferenze hanno fatto ricorso più intensamente a cartolarizzazioni, per ammontari maggiori e prima delle altre. Inoltre, dopo aver effettuato le cartolarizzazioni, le banche opererebbero con livelli di capitale relativamente più bassi, ma superiori ai minimi richiesti, farebbero meno ricorso ai depositi, ridurrebbero le sofferenze e otterrebbero profitti più elevati.

Pubblicato nel 2010 in: Journal of Financial Stability, v. 6, 4, pp. 189-202