Gli effetti attesi dei cambiamenti climatici e il processo di decarbonizzazione, in particolare se disordinato, possono tradursi in costi per il sistema economico e perdite per quello finanziario. Il ruolo di mediatore di risparmi e investimenti di imprese e famiglie svolto dal sistema finanziario, inoltre, lo rende potenzialmente in grado di amplificare le conseguenze negative di eventi avversi legati ai cambiamenti climatici e alla transizione energetica necessaria per la decarbonizzazione.
I rischi climatici per la finanza
Nell'ambito della finanza i rischi climatici sono raggruppabili in due principali categorie: rischi fisici e rischi di transizione.
Il rischio fisico è legato al verificarsi di quei fenomeni naturali estremi attribuiti dalla scienza ai cambiamenti climatici. Questi fenomeni possono essere cronici, come la progressiva deviazione delle temperature e delle precipitazioni dalle proprie tendenze storiche, oppure acuti, come nel caso del verificarsi di eventi naturali che presentano una bassa probabilità di manifestarsi ma, quando si realizzano, hanno un impatto significativo sui territori colpiti (come i fenomeni alluvionali o le ondate di calore) e sui soggetti economici che vi operano.
Il rischio di transizione deriva dal passaggio a nuovi sistemi di produzione e consumo dell'energia che permettano di ridurre le emissioni di gas serra. Le stesse politiche di contrasto ai cambiamenti climatici possono quindi essere fonte di rischio, in particolare se non pianificate e incoerenti. Variazioni repentine o inattese delle politiche climatiche (come limiti regolamentari all'uso delle fonti fossili o altri sistemi che penalizzano le emissioni) possono cogliere impreparate le imprese operanti nei settori economici più esposti, con potenziali ripercussioni sulla loro attività e su quella dei soggetti ad esse collegati.
Senza un adeguato monitoraggio e una prudente gestione, questi rischi possono accrescere le vulnerabilità del sistema finanziario e amplificare gli shock tra sistema finanziario ed economia reale. Monitoraggio e gestione richiedono, a loro volta, informazioni accurate sulle esposizioni dei soggetti affidati ai rischi climatici (ad es. la collocazione geografica delle garanzie oppure l'ammontare dei prestiti erogati ai settori più esposti alla transizione). In assenza di informazioni e metodi di analisi adeguati a valutare sia l'ammontare di esposizioni sia la probabilità che si manifestino eventi avversi, gli operatori finanziari possono sottovalutare i rischi legati al clima. Tale eventualità è aggravata dalla pervasività e dalla correlazione dei rischi climatici.