Utilizzo dell'oro da parte delle banche centrali

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L'oro può essere utilizzato da parte delle banche centrali per diversi motivi: l'acquisto o la vendita dell'oro possono essere effettuati sia per scopi finanziari, sia per variare il livello delle riserve di una banca centrale; l'oro può essere poi dato in deposito per ricavare un reddito e infine può essere utilizzato come garanzia per ottenere dei prestiti sul mercato.

Tutte le principali banche centrali presentano forti esposizioni in oro e sono in cima alla classifica dei detentori mondiali di tale metallo prezioso. Nel corso degli ultimi anni le banche centrali sono infatti ritornate ad essere acquirenti nette di oro, dopo essere risultate venditrici nette negli ultimi 20 anni. Elevato è l'interesse mostrato anche per i prestiti di oro in considerazione dell'aumento dei rendimenti che ha fatto seguito alla riduzione del quantitativo di oro prodotto su base globale.

Infine, in considerazione dell'importanza che il metallo prezioso riveste sui mercati finanziari internazionali, molte importanti banche centrali hanno sottoscritto un accordo volto a limitare la propria attività sul mercato dell'oro, soprattutto in vendita. L'accordo prende il nome di Central Bank Gold Agreement (CGBA) e nell'ultima versione (la quarta, del settembre 2014) prevede un coordinamento tra le banche centrali al fine di non turbare il mercato dell'oro. La Banca d'Italia è tra le banche centrali firmatarie dell'accordo fin dalla prima versione nel 1999 (c.d. Washington Agreement). La politica di gestione dell'oro dell'Istituto è stata pertanto improntata anche al rispetto di quanto stabilito da tali accordi internazionali.