N. 955 - Me l'hanno insegnato i miei genitori. Alcune evidenze sulla trasmissione familiare dei valori culturali

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di Giuseppe Albanese, Guido de Blasio e Paolo Sestitomarzo 2014

Lo studio analizza il ruolo della famiglia nella trasmissione tra generazioni di alcuni tratti culturali. Si utilizzano le informazioni ricavate dall’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane condotta dalla Banca d’Italia (SHIW) sui valori che gli intervistati dichiarano di avere ricevuto e di quelli da loro trasmessi ai propri figli. I tratti culturali esaminati sono raggruppabili in due blocchi: il primo si basa sulla dicotomia tolleranza (valori “orizzontali”) vs. obbedienza e senso della gerarchia (valori “verticali”), il secondo sulla distinzione tra importanza della famiglia e delle attività professionali e lavorative.

Il lavoro mostra innanzitutto come i valori ricevuti dagli individui nel corso della loro educazione sono associati ad una vasta serie di loro attitudini (fiducia negli altri, avversione al rischio, impazienza) e risultati socioeconomici (produttività, propensione all’imprenditorialità, nel caso delle donne, partecipazione al mercato del lavoro e fertilità).

Ad esempio, chi ha ricevuto un’educazione basata su valori orizzontali o con maggiore orientamento al lavoro è più propenso ad avere fiducia negli altri; coloro che hanno ricevuto un’educazione che ha invece enfatizzato i valori dell’obbedienza e del rispetto della gerarchia tendono ad essere maggiormente avversi al rischio.

Lo studio esamina poi la relazione esistente tra valori ricevuti da un soggetto e valori che quello stesso soggetto dichiara di stare trasmettendo (o di voler trasmettere in futuro) ai propri figli. Il legame è mediamente molto forte, segnalando la presenza di un elevato grado di persistenza intergenerazionale dei valori culturali (maggiore per i valori verticali e per l’enfasi sull’importanza dei legami familiari). Tale persistenza si attenua solo molto lentamente in caso di movimenti migratori.

Pubblicato nel 2016 in: Journal of Population Economics, v. 29, 2, pp. 571-592