N. 851 - L’impatto degli shock di politica monetaria sui prezzi delle materie prime

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di Alessio Anzuini, Marco J. Lombardi e Patrizio Paganomarzo 2012

Negli ultimi anni l’andamento dei prezzi delle materie prime ha costituito una notevole fonte di preoccupazione per le banche centrali. Mentre un’ampia letteratura ha esaminato l’impatto di tali prezzi sulle variabili macroeconomiche e sulla politica monetaria, minore attenzione è stata dedicata alla relazione opposta, ovvero all’effetto delle variazioni delle condizioni monetarie sui prezzi delle materie prime. Di recente, tuttavia, alcuni analisti hanno suggerito che i bassi livelli dei tassi d’interesse negli Stati Uniti potrebbero aver favorito i forti rincari delle materie prime registrati fino al 2008.

Il lavoro esamina l’effetto e i canali di trasmissione della politica monetaria sui prezzi delle materie prime. La strategia empirica si fonda sull’identificazione degli shock monetari in un modello vettoriale autoregressivo per l’economia statunitense, sulla base della metodologia proposta da Kim (1999), analizzando l’impatto di tali shock sui prezzi delle singole materie prime. Ciò consente di studiare l’effetto della politica monetaria controllando per gli altri canali di interazione.

I risultati mostrano che gli shock monetari hanno un effetto statisticamente significativo, ma quantitativamente contenuto, sui prezzi delle materie prime. In particolare, una riduzione inattesa dei tassi di riferimento della politica monetaria di 100 punti base determina una crescita dell’indice complessivo dei prezzi delle materie prime e di tutte le sue principali componenti per valori non superiori al 7 per cento.

L’analisi della varianza conferma che gli shock monetari contribuiscono alle fluttuazioni dei prezzi delle materie prime, ma non ne costituiscono la causa principale. Per il periodo 2003-2008, si mostra che la variazione cumulata degli shock di politica monetaria spiega una quota limitata degli aumenti dell’indice complessivo dei prezzi delle materie prime, del petrolio, dei prodotti alimentari e dei metalli.

Con riferimento al petrolio, si mostra che un allentamento inatteso delle condizioni monetarie causa un rincaro, pur contenuto, del greggio attraverso tutti i canali “diretti” individuati da Frankel (2007). Infatti, tale shock rende più conveniente l’accumulo di scorte per i consumatori di petrolio, riduce gli incentivi all’estrazione per i produttori e favorisce, sebbene in misura statisticamente non significativa, gli acquisti sui mercati dei futures degli investitori non commerciali. I risultati del lavoro implicano che l’espansione monetaria in atto negli Stati Uniti potrebbe innalzare i prezzi delle materie prime, ma l’effetto non sarebbe quantitativamente importante. La strategia di identificazione degli shock seguita nel lavoro, tuttavia, non consente di cogliere appieno il ruolo delle cosiddette operazioni “non-convenzionali” e, pertanto, un effetto quantitativamente diverso della politica monetaria sui prezzi delle materie prime non può essere escluso.

Pubblicato nel 2013 in: International Journal of Central Banking, v. 9, 3, pp. 119-144

Testo della pubblicazione