N. 850 - La geografia della produttività in Italia: distretti industriali, città o entrambi?

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di Valter Di Giacinto, Matteo Gomellini, Giacinto Micucci e Marcello Pagninifebbraio 2012

Lo studio misura i differenziali di produttività nell’industria italiana tra imprese localizzate in tre differenti tipologie di sistemi locali del lavoro: 1) i distretti industriali, caratterizzati da una marcata specializzazione settoriale e da un’elevata incidenza di piccole e medie imprese; 2) le aree urbane, zone con una popolazione di almeno mezzo milione di abitanti, il cui tessuto industriale è contraddistinto da una significativa eterogeneità settoriale; 3) gli altri sistemi locali del lavoro non compresi nelle due categorie precedenti.

L’analisi è effettuata su un campione di circa 29 mila imprese osservate nel periodo 1995-2006 (censite dalla Centrale dei Bilanci e dalla Cerved) per le quali, attraverso un’ampia gamma di metodologie, si ottiene una stima della produttività totale dei fattori.

I risultati dell’analisi econometrica mostrano come la produttività totale dei fattori, a parità di altre condizioni, sia in media più elevata nelle aree urbane e nei distretti rispetto agli altri sistemi locali del lavoro. Nel confronto tra le aree urbane e i distretti, le prime presentano un vantaggio di produttività più consistente rispetto agli altri sistemi locali del lavoro, tra l’8 e il 10 per cento a fronte del 2-3 per cento dei distretti.

I risultati indicano inoltre che le imprese nelle città hanno mantenuto intatto il loro vantaggio di produttività nei due sottoperiodi analizzati (1995-2000 e 2001-2006), mentre quello delle imprese distrettuali si è affievolito nel secondo sottoperiodo. Laddove si operi il confronto con riferimento all’intera distribuzione di frequenza della produttività, il divario a favore delle aree urbane si registra in particolare per le imprese relativamente più produttive, mentre il vantaggio delle aree distrettuali riguarda soprattutto le imprese meno efficienti.

Lo studio suggerisce che in Italia a un “effetto distretto”, tradizionalmente rilevato dalla letteratura, se ne associa uno più consistente riconducibile alla localizzazione delle imprese negli ambienti urbani. Il vantaggio delle aree urbane potrebbe essere dovuto alla loro diversificazione settoriale, che consente alle imprese di beneficiare di esternalità positive generate dall’interazione diretta con fornitori e clienti locali che svolgono un’ampia gamma di attività, incluse quelle dei servizi. L’affievolirsi del divario per le imprese distrettuali indica infine che le imprese nelle città hanno risposto in modo più efficace rispetto a quelle nei distretti alle esigenze di ristrutturazione emerse nell’ultimo decennio, a seguito di eventi quali l’introduzione dell’euro, la diffusione delle nuove tecnologie e l’affermazione di nuovi paesi nel commercio internazionale.

Pubblicato nel 2014 in: Journal of Economic Geography, v. 14, pp. 365–394

Testo della pubblicazione