N. 849 - Il ruolo degli investimenti finanziari nei mercati dei derivati delle materie prime agricole

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di Alessandro Borin e Virginia Di Ninofebbraio 2012

Nell’ultimo decennio i mercati degli strumenti derivati in materie prime, incluse quelle agricole, sono stati caratterizzati da un cospicuo aumento del numero dei contratti negoziati e da una crescente presenza di operatori “finanziari”, ossia non direttamente operanti sul mercato fisico delle materie prime. Tali trasformazioni sono state accompagnate da un aumento del livello e della variabilità delle quotazioni. In tale contesto, la tesi che gli investitori finanziari forniscano liquidità al mercato e contribuiscano a migliorare il processo di formazione dei prezzi è stata messa in discussione da coloro che sostengono che un’eccessiva attività su questi mercati possa invece generare inefficienze, favorendo il disallineamento delle quotazioni osservate rispetto ai prezzi coerenti con i fondamentali.

Il presente lavoro contribuisce a tale dibattito analizzando empiricamente la relazione fra gli investimenti in derivati effettuati da diverse categorie di operatori finanziari e il livello e la volatilità dei prezzi futures delle principali materie prime agricole. A tale scopo si utilizzano le posizioni in derivati detenute dagli operatori finanziari fra giugno 2006 e settembre 2011 (pubblicate dalla Commodity Futures Trading Commission statunitense a frequenza settimanale).Questi ultimi sono distinti in money managers, che utilizzano i derivati a fini speculativi, e swap dealers, che sono presenti nei mercati over-the-counter principalmente nelle operazioni di investimento su indici aggregati dei prezzi delle materie prime.

La relazione tra rendimenti dei futures e andamento degli investimenti in derivati viene studiata mediante dei test di causalità à la Granger, effettuati sulle stime di un modello VAR dei rendimenti e del numero dicontratti di acquisto e vendita riconducibili a money managers eswap dealers. L’analisi della volatilità è effettuata tramite un modello GARCH, in cui la stima della media e della varianza dei rendimenti dei futures sono entrambe condizionate alle posizioni detenute dalle stesse categorie di operatori.

I risultati dei test di causalità indicano che le posizioni in derivati dei money managers seguono i movimenti dei prezzi dei fututres anziché determinarne l’andamento, mentre gli investimenti degli swap dealers appaiono meno collegati alla dinamica delle quotazioni e sembrano piuttosto rispondere a una logica di diversificazione del rischio di portafoglio.

La stima del modello GARCH, che mostra la presenza di eteroschedasticità condizionata dei rendimenti in tutti i mercati analizzati, conferma il diverso ruolo delle due tipologie di operatori esaminati: gli investimenti dei money managershanno un effetto stabilizzante, riducendo la volatilità dei prezzi futures, mentre quelli degli swap dealers accentuano le fluttuazioni di breve periodo dei rendimenti, almeno per alcuni mercati.