N. 846 - Welcome to the machine: la reazione delle imprese all’immigrazione di lavoratori poco qualificati

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di Antonio Accetturo, Matteo Bugamelli e Andrea Lamorgesefebbraio 2012

Negli ultimi vent’anni la rapida crescita della popolazione mondiale, le dinamiche demografiche divergenti fra paesi e gli ampi squilibri nella distribuzione del reddito pro capite hanno causato un forte incremento dei flussi migratori dai paesi emergenti e in via di sviluppo verso i paesi sviluppati. L’Italia è stata particolarmente interessata dal fenomeno: gli immigrati rappresentavano il 6 per cento della popolazione residente nel 2008, a fronte del 3 per cento nel 2003 e dell’1 per cento nel 1991.

Il lavoro analizza l’effetto di un aumento degli immigrati, prevalentemente con un basso livello di istruzione, sulla domanda di fattori produttivi da parte delle imprese. La letteratura si è concentrata finora sulla sola domanda di lavoro, in particolare sulla composizione della forza lavoro per grado di istruzione. Il lavoro estende l’analisi anche alle scelte del fattore capitale. A questo scopo, si presentano un modello teorico, che tiene conto dei canali attraverso cui l’immigrazione può avere effetti sull’intensità di capitale dei processi produttivi, e una verifica empirica delle predizioni del modello basata sui dati dell’Indagine sulle imprese dell’industria e dei servizi condotta annualmente dalla Banca d’Italia (Invind).

Il modello teorico, una estensione del contributo di Helpman, Itskhoki e Redding (Econometrica, 2011) al caso di una funzione di produzione con due fattori produttivi (capitale e lavoro) e due tipi di lavoratori (nativi e immigrati), ipotizza che le imprese siano eterogenee per dimensione, mentre i lavoratori lo sono nella loro produttività. Gli immigrati hanno, in media, una produttività e un salario di riserva inferiori a quelli dei nativi. Le imprese non osservano la produttività dei lavoratori, ma utilizzano una tecnologia di screening per estrarne un segnale impreciso. In un mercato del lavoro con asimmetrie informative e frizioni, si analizzano le scelte delle imprese in termini di capitale e lavoro. In particolare, si dimostra che l’afflusso di immigrati modifica l’intensità di capitale. Per alcuni valori dei parametri, rilevanti per il caso italiano, le imprese reagiscono al peggioramento della qualità media della forza lavoro immigrata aumentando l’investimento e il rapporto tra capitale e lavoro.

L’analisi empirica si basa su un campione di imprese manifatturiere italiane con almeno 50 addetti nel periodo 1996-2007. I risultati confermano che in Italia l’afflusso di immigrati poco qualificati ha determinato un incremento dell’intensità di capitale delle imprese. In linea con le predizioni del modello, l’effetto dell’immigrazione è più forte sulle imprese più grandi e su quelle che operano in settori a più alta intensità di lavoratori istruiti.