N. 816 - L’home bias dei prestiti interbancari e la risoluzione delle crisi bancarie

Il lavoro confronta l’andamento della preferenza per le controparti domestiche dei prestiti interbancari (home bias) erogati da banche di 12 paesi dell’area dell’euro con quello delle banche di 5 paesi esterni all’area dal 2004 al 2009. Per le banche dell’area tale preferenza registra una riduzione fino alla metà del 2007 e un marcato aumento nel periodo della crisi, mentre essa diminuisce in modo più regolare durante l’intero periodo per le banche esterne all’area.

L’accresciuta attenzione prestata dalle banche datrici di fondi al merito di credito di quelle prenditrici - documentata da diversi lavori sui mercati interbancari di questi ultimi anni - può spiegare una maggiore preferenza verso le controparti domestiche, di cui si può in genere valutare la rischiosità con maggiore precisione.

D’altronde, la circostanza che l’aumento si sia registrato solo per le banche dell’area suggerisce di analizzare in modo più ampio il processo di selezione delle controparti nei prestiti interbancari. In primo luogo, il prestatore di fondi può temere che, a fronte di difficoltà della banca debitrice, eventuali piani di salvataggio concertati dalle Autorità nazionali tendano a favorire creditori domestici. Inoltre, nell’ipotesi di una risoluzione in giudizio del contratto di prestito, il prestatore preferirebbe operare all’interno del proprio contesto normativo e giuridico, quantomeno perché meglio conosciuto.

Lo scoppio della crisi avrebbe modificato il peso di questi elementi di risoluzione contrattuale sulle scelte dei prestatori di fondi sul mercato interbancario. Fino a tutto il 2006 le banche dell’area, in particolare quelle di maggiori dimensioni, operavano in misura crescente sull’intero mercato dei depositi dell’area considerato un’estensione del mercato domestico. Successivamente, esse avrebbero percepito i prestiti erogati a favore di controparti straniere, sia pur residenti nell’area, più rischiosi rispetto a quelli a favore di controparti nazionali.

Diversamente, l’avvio della crisi ha modificato in misura minore le scelte di prestito delle banche esterne all’area. Verosimilmente, ciò riflette il fatto che già prima del 2007 esse anticipavano i rischi propri di prestare fondi a controparti non nazionali.

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