N. 794 - Il credito agli immigrati in Italia

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di Giorgio Albareto e Paolo Emilio Mistrullifebbraio 2011

Negli ultimi anni in Italia il numero di piccole imprese il cui titolare è nato all’estero è aumentato. Il lavoro propone un’analisi delle condizioni di accesso al credito degli imprenditori immigrati nel periodo 2004-2008. I risultati dell’indagine empirica, che utilizza informazioni tratte dalla Centrale dei rischi e dalla Rilevazione campionaria dei tassi d’interesse, mostrano che gli imprenditori immigrati pagano in media tassi di interesse più elevati di circa 70 punti base rispetto a quelli applicati agli italiani. L’entità del differenziale dipende dal continente di provenienza degli immigrati e, in particolare, risulta più elevato per quelli provenienti dai paesi dell’Europa dell’Est.

Il differenziale di tasso tra gli imprenditori nati all’estero e quelli italiani, è particolarmente elevato all’inizio della relazione con il sistema bancario e diminuisce progressivamente all’aumentare della durata della stessa. Tale evidenza è interpretabile come effetto del miglioramento sia della capacità degli immigrati di interagire con il sistema bancario ("integrazione finanziaria") sia di quella delle banche di valutare il merito di credito di soggetti culturalmente differenti.

L’analisi del costo del credito per alcuni specifici gruppi di imprenditori fornisce ulteriore conferma del ruolo della integrazione culturale per l’accesso al credito. Sia gli immigrati di seconda generazione, sia gli imprenditori nati all’estero ma di origine italiana, per cui verosimilmente le differenze culturali sono meno rilevanti, sostengono un costo del credito inferiore alla media degli immigrati di 60 e di 30 punti base, rispettivamente.

Le difficoltà di accesso al credito per gli immigrati si sono ridimensionate nel tempo, in concomitanza con l’adozione da parte delle banche di strategie volte ad adeguare l’offerta di servizi finanziari alle specifiche esigenze di questo segmento di clientela. Con riferimento agli imprenditori che hanno da poco tempo avviato relazioni con il sistema bancario, il differenziale di tasso rispetto agli imprenditori italiani di pari caratteristiche si è ridotto tra il 2004 e il 2008 di 30 punti base.

L’analisi mostra, infine, che il differenziale di tasso rispetto agli imprenditori italiani si riduce all’aumentare della dimensione della comunità etnica locale a cui appartengono gli immigrati. Tale evidenza è coerente con l’ipotesi secondo cui la reputazione acquisita dalla comunità locale agevola l’accesso al credito dei suoi membri.

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