N. 772 - Relazioni tra banche e impresa nella crisi finanziaria

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di Stefania De Mitri, Giorgio Gobbi e Enrico Setteottobre 2010

Il lavoro propone un’analisi del credito alle imprese italiane nei dodici mesi successivi al dissesto della banca d’affari statunitense Lehman Brothers (ottobre 2008 – settembre 2009). Benché tra le banche italiane non si siano registrati casi di insolvenza dovuti alla crisi finanziaria internazionale, le politiche di offerta di credito sono diventate più restrittive a causa sia delle difficoltà incontrate dagli intermediari, soprattutto quelli di maggiore dimensione, sui mercati della provvista all’ingrosso, sia delle preoccupazioni relative ai livelli di capitalizzazione.

Scopo della ricerca è di mettere in luce se la quantità di credito disponibile per le imprese sia stata differenziata in ragione delle loro modalità di interazione con le banche. In particolare, sono stati analizzati gli effetti del numero di banche da cui l’impresa ottiene prestiti, della concentrazione delle fonti di finanziamento e della durata del rapporto con l’intermediario che fornisce la quota di credito più elevata. L’analisi è stata condotta su un campione di circa 35 mila imprese censite dalla Centrale dei Bilanci.

I risultati confermano che le caratteristiche dei rapporti che le imprese avevano intrecciato con le banche prima della crisi hanno successivamente influenzato in misura rilevante la loro capacità di ottenere nuovi finanziamenti o di mantenere gli affidamenti ottenuti durante la crisi. A parità di altre condizioni, un’impresa ha incontrato maggiori difficoltà a finanziarsi se aveva frazionato maggiormente il proprio indebitamento tra una pluralità di banche o comunque riceveva un ammontare di prestiti relativamente contenuto dalla banca principale. Le difficoltà sono risultate accentuate per le imprese che dipendevano in misura più ampia dalle banche appartenenti ai primi 5 gruppi creditizi. Quest’ultimo risultato suggerisce che, almeno nel breve periodo, i mercati del credito siano in qualche misura segmentati.

L’analisi mostra, inoltre, che rapporti stretti e di lunga durata tra banche e imprese sono stati particolarmente rilevanti per le aziende che hanno risentito maggiormente della crisi economica. Per le imprese che hanno registrato una riduzione del credito, circa il 60 per cento di quelle incluse nel campione, il sostegno di una banca di riferimento, a parità di altre condizioni, ha fatto sì che l’entità della contrazione dei finanziamenti sia stata più contenuta.

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