Lo schema italiano di garanzia dei depositi bancari è organizzato in forma di assicurazione mutua: entro un tetto prefissato, le eventuali prestazioni in favore dei depositanti in una delle banche aderenti sono a carico dei partecipanti allo schema. Nel lavoro si utilizza un approccio che assimila l'assicurazione a un contratto di opzione per calcolare, sulla base di simulazioni Monte Carlo, la possibile evoluzione futura degli interventi del Fondo interbancario di tutela dei depositi, verificandone la sensitività rispetto ad alcune variabili rilevanti e ad alcune modifiche regolamentari.
Le principali conclusioni sono:
- le differenze nel grado di capitalizzazione e nella rischiosità comportano probabilità di insolvenza differenziate, da cui discendono, in presenza di premi non commisurati al rischio, sussidi incrociati fra le banche;
- il rispetto senza deroghe dei coefficienti di solvibilità ridurrebbe fortemente gli interventi del Fondo e i casi di incapienza;
- gli effetti di contagio indotti dai rapporti interbancari e il verificarsi di shock perfettamente correlati contribuiscono notevolmente a elevare la necessità di interventi del Fondo;
- l'alto livellò delle riserve liquide, legato all'elevatezza dei coefficienti di riserva obbligatoria, costituisce oggi un fattore di "protezione" non trascurabile e consente di ridurre il valore atteso degli interventi del Fondo.