N. 453 - L'imposta di soggiorno nei Comuni italiani

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di Laura Conti, Elena Gennari, Fabio Quintiliani, Roberto Rassu e Elena Sceresiniottobre 2018

Il lavoro esamina l'pplicazione dell'imposta di soggiorno nei Comuni italiani, evidenziando il legame tra la sua diffusione e i flussi turistici. L'anno preso come riferimento è il 2016. Sulla base di un'accurata ricostruzione della normativa regionale, il lavoro individua i Comuni italiani con facoltà di imposizione del tributo e quelli che lo hanno effettivamente introdotto, analizzandone il relativo gettito e ponendo in connessione la scelta con caratteristiche riguardanti l'attrattività turistica, le entrate e la grandezza degli Enti.

I Comuni che nel 2016 avevano il tributo rappresentavano solo un nono del totale e un sesto di quelli che avevano la facoltà di istituirlo. Il 70 per cento delle presenze in Italia erano state comunque assoggettate a imposta. Il gettito è stato in media intorno al 4 per cento del complesso delle entrate tributarie da imposte degli Enti interessati (circa 20 euro per abitante). Roma, Milano, Firenze e Venezia erano le prime città per valore degli incassi: pur ospitando solo un settimo delle presenze totali, hanno incassato oltre la metà del gettito. Una semplice stima econometrica mostra come la probabilità di istituire il tributo sia fortemente correlata con l'attrattività turistica del territorio e con la presenza dell'imposta nei Comuni confinanti, indicando una possibile interazione strategica tra Enti.

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