N. 19 - L'economia della SiciliaRapporto annuale

Nel 2013 è proseguita in Sicilia la contrazione dell'attività economica, seppure con una minore intensità rispetto all'anno precedente. Nel manifatturiero il fatturato è rimasto stabile, dopo il calo del 2012; il grado di utilizzo degli impianti, in ripresa in corso d'anno, è rimasto su livelli contenuti, mentre le spese per investimenti sono ulteriormente diminuite. La domanda estera al netto delle produzioni petrolifere è cresciuta, anche se a ritmi inferiori rispetto al 2012, trainata dai comparti dell'elettronica e della chimica.

Il livello di attività del settore delle costruzioni si è ridotto per l'ottavo anno consecutivo. Nel mercato immobiliare il numero di compravendite ha registrato un nuovo arretramento, seppure meno significativo rispetto a quello dell'anno precedente; i prezzi sono diminuiti ulteriormente.

Nel settore dei servizi, il commercio ha continuato a risentire della debolezza dei consumi interni. I flussi turistici sono rimasti sostanzialmente stabili; per il quarto anno consecutivo i pernottamenti di turisti italiani si sono ridotti, mentre le presenze di stranieri sono aumentate.

Nel mercato del lavoro si è accentuata la caduta dell'occupazione iniziata nel 2007. L'andamento negativo ha interessato tutti i settori principali e tutti i segmenti della popolazione, ma in misura più marcata per le componenti più giovani e meno istruite. L'aumento del numero di persone in cerca di lavoro ha fatto crescere ulteriormente il tasso di disoccupazione, soprattutto tra i più giovani.

Il credito bancario ha continuato a ridursi. La domanda di finanziamenti è rimasta debole, risentendo nel caso delle imprese dei modesti volumi di attività e della contrazione degli investimenti e, nel caso delle famiglie, del basso livello dei consumi e del ristagno del mercato immobiliare.

L'atteggiamento delle banche è rimasto cauto; nel secondo semestre si sono tuttavia manifestati segnali di attenuazione delle restrizioni all'offerta di prestiti.

È proseguito il deterioramento della qualità del credito, con consistenti flussi di nuove sofferenze, concentrate tra i finanziamenti alle imprese, specie industriali e delle costruzioni, e con un peggioramento del grado di rischiosità dei prestiti caratterizzati da forme di anomalia meno gravi.

I depositi bancari hanno continuato ad aumentare, ma a un ritmo meno marcato rispetto al 2012, frenati da politiche commerciali meno aggressive da parte delle banche che, in seguito al venire meno delle tensioni sui mercati della raccolta all'ingrosso, hanno ridotto le remunerazioni offerte.

Testo della pubblicazione