N. 26 - L'economia del Friuli-Venezia GiuliaRapporto annuale

Dal quarto trimestre dello scorso anno, con l'aggravarsi della crisi, l'economia internazionale ha sperimentato una profonda recessione. L'economia italiana, colpita dalla crisi in una fase di trasformazione strutturale, è stata l'unica tra le maggiori economie dell'area dell'euro a registrare una riduzione del PIL già nella media del 2008. L'attività economica ha continuato a contrarsi a ritmi molto elevati nella prima parte del 2009. La brusca caduta del commercio estero e degli ordinativi nell'ultimo scorcio del 2008 ha dapprima colpito l'industria, che ha reagito contraendo la domanda di lavoro e rinviando i piani di investimento. Più gradualmente, hanno iniziato a ridursi anche i consumi delle famiglie, nonostante il ripiegamento dell'inflazione al consumo.

Le principali aree geografiche italiane hanno seguito negli ultimi mesi le tendenze generali. In Friuli Venezia Giulia la contrazione della domanda rivolta alle imprese industriali ha riguardato sia la componente estera, sia quella interna. A valori correnti le esportazioni regionali hanno proseguito a crescere grazie al settore della cantieristica e ai positivi risultati conseguiti dal comparto siderurgico.

La produzione industriale ha seguito una flessione corrispondente a quella delle vendite. Gli investimenti nel 2008 si sono ridotti del 10 per cento circa, con una marcata revisione al ribasso rispetto ai valori pianificati un anno prima; un'ulteriore contrazione è prevista per l'anno in corso.

Dopo l'espansione del triennio precedente, nel 2008 si è arrestata la crescita dell'occupazione, a causa della diminuzione nei settori industriale e del commercio; il tasso di disoccupazione, giunto nel 2007 al livello più basso del decennio, ha preso a crescere, dal 3,4 al 4,3 per cento. Il ricorso alla Cassa integrazione guadagni ha registrato un aumento sostenuto sia nella componente ordinaria, maggiormente legata alla congiuntura industriale, sia in quella straordinaria, originata da crisi aziendali. Nel primo trimestre dell'anno in corso gli interventi di integrazione salariale hanno segnato una nuova considerevole crescita, superando il livello raggiunto nell'intero 2008.

La negativa evoluzione congiunturale si è riflessa sulla domanda di credito di famiglie e imprese; vi si è accompagnato un tono più prudente da parte delle banche nella concessione di affidamenti. Alla fine del 2008 i finanziamenti alle famiglie consumatrici residenti in regione sono rimasti prossimi al livello di dodici mesi prima; la stagnazione ha interessato sia i mutui ipotecari, sia il credito al consumo. Tra le operazioni di mutuo accese nell'anno hanno acquisito un peso crescente le rinegoziazioni di posizioni preesistenti e la sostituzione di contratti già in essere presso altri intermediari.

La domanda di credito da parte delle imprese ha risentito dei minori volumi di attività delle aziende industriali e della revisione al ribasso dei piani di investimento; dal lato dell'offerta gli intermediari hanno irrigidito i criteri di concessione, in particolare rivedendo gli spread applicati alla clientela relativamente più rischiosa e innalzando il rating minimo richiesto per l'accesso al fido. La più lenta crescita dei prestiti alle imprese, dal 9,6 al 4,6 per cento, è stata determinata dalle aziende in forma societaria, a fronte di una crescita stabile per le ditte individuali. I finanziamenti a breve termine hanno fortemente rallentato, a fronte della lieve accelerazione del credito a medio e a lungo termine, anche per effetto di operazioni di consolidamento e ristrutturazione delle posizioni debitorie. Secondo dati provvisori per il primo trimestre del 2009, i prestiti alle imprese hanno proseguito ad aumentare a un ritmo prossimo al 5 per cento.

I tassi bancari hanno seguito un andamento analogo a quanto osservato a livello nazionale, prendendo a scendere alla fine del 2008; nel primo scorcio dell'anno in corso, in seguito alle ripetute riduzioni dei tassi ufficiali, sia i tassi a breve, sia quelli a medio e a lungo termine hanno registrato una riduzione significativa.

La qualità del credito concesso alle imprese, misurata dagli ingressi in sofferenza, ha iniziato a peggiorare nel primo trimestre del 2009, con una crescita delle nuove sofferenze in tutti i principali comparti produttivi. La qualità dei finanziamenti alle famiglie consumatrici non ha invece mostrato segnali di deterioramento, mantenendosi su livelli elevati.

Nei dodici mesi terminanti a settembre del 2008 la raccolta bancaria ha ulteriormente accelerato in tutte le sue principali forme tecniche. La componente relativa alle famiglie è salita di oltre il 10 per cento, grazie alla crescente preferenza della clientela per prodotti liquidi e con rendimenti poco volatili; vi si è accompagnato un aumento degli strumenti obbligazionari, pubblici e privati, e un brusco calo del risparmio gestito. Alla fine del 2008 e nel primo trimestre del 2009 la crescita dei depositi bancari delle famiglie residenti in regione si è mantenuta robusta.

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