L'economia del Friuli-Venezia Giulia nel 2004Rapporto annuale

Nel 2004 l’attività economica in Friuli-Venezia Giulia è cresciuta rispetto all’anno precedente: vi hanno contribuito la ripresa dell’attività industriale, trainata dalla componente estera della domanda, e i servizi diversi dal commercio, mentre ha rallentato l’attività delle costruzioni.

Nel 2003, secondo i più recenti dati dell’Istat, il PIL regionale ai prezzi di mercato è stato pari a circa 25 miliardi di euro, il 2,4 per cento del valore nazionale; il PIL pro capite è stimato dalla Svimez in 20.600 euro, a fronte di una media nazionale di 17.800 euro. In termini reali la crescita del prodotto è stata pari all’1,6 per cento, superiore a quella del 2002 (1,2 per cento), ma leggermente inferiore a quella del 2001 (1,8 per cento).

La domanda rivolta alle imprese industriali in regione ha ripreso a crescere, dopo la flessione del biennio precedente. Le vendite a prezzi costanti sono salite del 3,0 per cento rispetto al 2003, grazie alla dinamica del fatturato estero, innalzatosi in termini reali del 6,0 per cento; i settori della cantieristica e della meccanica hanno tratto vantaggio dalla ripresa della domanda mondiale. Il valore delle esportazioni regionali è aumentato del 19,6 per cento rispetto all’anno precedente.

Nella media del 2004 la produzione industriale ha ripreso ad aumentare (2,3 per cento), riportandosi sui livelli del 2001, all’inizio della fase ciclica negativa. Le aspettative degli operatori sulla futura evoluzione della domanda sono rimaste comunque improntate alla prudenza, con effetti sugli investimenti fissi lordi delle imprese, che si sarebbero contratti ulteriormente dopo la diminuzione registrata nel 2003.

Sul settore edile ha influito positivamente la domanda di nuove abitazioni e di interventi di ristrutturazione, mentre l’attività per opere pubbliche è rimasta stagnante, in attesa dell’avvio di alcune delle grandi opere infrastrutturali programmate.

Nel commercio la spesa delle famiglie, lievemente diminuita in termini nominali, ha proseguito a favorire i prodotti della grande distribuzione rispetto agli esercizi medio-piccoli. I trasporti hanno mostrato segnali di ripresa, dopo la forte riduzione del 2003; i flussi turistici si sono ulteriormente contratti.

Nel mercato del lavoro, secondo la nuova rilevazione dell’Istat l’occupazione complessiva è lievemente diminuita (-0,7 per cento nella media del 2004 rispetto all’anno precedente). Il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 3,9 per cento.

Nel 2004 i finanziamenti oltre il breve termine alle famiglie hanno proseguito a crescere a ritmi sostenuti, grazie anche ai nuovi mutui accesi per l’acquisto di abitazioni; nel complesso l’indebitamento bancario delle famiglie residenti in regione ha accelerato dal 6,0 al 12,7 per cento.

L’incremento dei prestiti alle società non finanziarie è stato contenuto, a causa della debole domanda di credito proveniente dalle imprese industriali; la dinamica del comparto edile è rimasta sostenuta. La crescita dei prestiti è stata trainata dalla componente a medio e a lungo termine in tutte le principali branche produttive: le minori esigenze di finanziamento dell’attività di accumulazione di capitale fisico sono state più che bilanciate da operazioni di riequilibrio per scadenza delle fonti, grazie anche al livello, storicamente basso, raggiunto dai tassi di interesse.

Tra la fine del 2003 e quella del 2004 le sofferenze bancarie hanno lievemente decelerato rispetto a dodici mesi prima, rimanendo stabili al 2,6 per cento in rapporto ai prestiti complessivi: al calo delle famiglie, consumatrici e produttrici, si è contrapposta la crescita delle società non finanziarie, che ha interessato tutti i principali settori.

Nel 2004 la raccolta bancaria è diminuita del 4,5 per cento, a fronte della forte crescita dell’anno precedente. Per le sole famiglie consumatrici la dinamica è stata positiva e prossima al 5 per cento: all’accelerazione dei depositi si è accompagnata un’ulteriore crescita delle obbligazioni.

Alla fine del 2004 la quota di strumenti finanziari di emanazione bancaria aveva superato il 41 per cento del portafoglio totale delle famiglie residenti in regione; con l’eccezione delle azioni, le altre tipologie di titoli si sono ridotte o al più sono rimaste stabili rispetto a dodici mesi prima.

La Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia ha chiuso l’esercizio 2004 con un maggiore fabbisogno di oltre 140 milioni di euro, determinato dalla gestione finanziaria; la gestione economica ha registrato invece un deciso miglioramento. Il saldo di cassa delle Province e dei Comuni capoluogo ha seguito un andamento analogo, rispettivamente a causa dell’accresciuto indebitamento netto e della variazione delle partite finanziarie.

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