N. 957 - I rendimenti dei fondi comuni aperti italiani sono distribuiti normalmente? Un’analisi dei rischi

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di Michele Leonardo Bianchiaprile 2014

La crisi finanziaria ha mostrato che i mercati possono essere caratterizzati dal verificarsi di eventi estremi. Per tenere conto di questi aspetti diventa fondamentale usare appropriati modelli di misurazione dei rischi. Il lavoro analizza la sensitività di alcune misure di rischio, value at risk (VaR) ed average value at risk (AVaR), comunemente utilizzate anche a fini regolamentari, al variare dell’ipotesi sulla distribuzione dei rendimenti dei fondi. A tal fine, il modello che ipotizza una distribuzione normale per i rendimenti è stato confrontato con alcuni modelli che ipotizzano distribuzioni asimmetriche e con le “code spesse”.

Lo studio analizza 573 fondi (177 azionari, 152 flessibili, 57 bilanciati, 175 obbligazionari, e 12 di liquidità) operativi nel periodo da inizio febbraio 2007 a fine giugno 2013.

Il lavoro dimostra che i rendimenti giornalieri dei fondi non sono distribuiti secondo una normale e che tali rendimenti sono meglio descritti da distribuzioni asimmetriche e con le “code spesse”. L’analisi conferma che value at risk ed average value at risk dipendono dal modello utilizzato, con differenze significative tra i modelli che usano distribuzioni non normali e il modello “standard”. I modelli che non tengono conto di tali aspetti possono portare a una non corretta valutazione del tail risk dei fondi e, nella maggior parte dei casi, a sottovalutare tale rischio. Infine, come già osservato in precedenti studi, il rischio dei fondi risulta essere mediamente pari a quello dei benchmark di riferimento.