N. 574 - La scadenza del debito delle imprese italiane

Le imprese italiane utilizzano in minor misura il debito finanziario a lunga scadenza rispetto a quelle di altri paesi. Nel 2003 l’incidenza dei debiti finanziari a lungo termine sul totale era pari al 52 per cento in Italia, rispetto al 67 per cento nell’area dell’euro. La diffusione del debito a lunga scadenza presenta inoltre un’elevata variabilità tra le imprese italiane.

Il lavoro studia le determinanti della scadenza del debito, facendo riferimento a teorie che hanno messo in luce le motivazioni delle imprese o, in alternativa, quelle dei creditori. Nello studio si utilizzano i dati della Centrale dei bilanci sulle imprese industriali per il periodo 1993-2000.

Le analisi condotte nel lavoro mostrano che le spiegazioni fondate sulle motivazioni dei creditori tendono a prevalere. Il debito a breve scadenza è utile alla banca per monitorare la qualità di un’impresa; risulta meno importante quando vi sono maggiori informazioni sul debitore. Ciò contribuisce a spiegare la relazione positiva, individuata nel lavoro, tra l’incidenza dei debiti a lunga scadenza e la dimensione, l’età e la quota di impianti e attrezzature di un’impresa, variabili che forniscono informazioni sulle caratteristiche del debitore. La quota di debito a lunga scadenza è inoltre negativamente correlata al grado di rischio e al livello di indebitamento dell’impresa. Anche tale evidenza può essere indicativa dell’importanza del ruolo svolto dai creditori: imprese più indebitate, e in generale prenditori di fondi più rischiosi, richiedono una valutazione più attenta da parte della banca, facilitata dal debito a breve scadenza.

A sostegno delle teorie che enfatizzano le motivazioni delle imprese, nel lavoro si riscontra che i debitori tendono a far corrispondere la scadenza dei debiti con quella delle attività in bilancio. Secondo la teoria, inoltre, le imprese con maggiori opportunità di crescita potrebbero ridurre la scadenza del debito, al fine di attenuare i conflitti di interesse fra le diverse categorie di finanziatori. Questa idea non è convalidata dalle evidenze del lavoro.

Per confermare l’importanza del ruolo delle banche nella scelta della durata del debito delle imprese, si è infine sottoposta a verifica l’ipotesi che i problemi di asimmetria informativa siano più rilevanti per il creditore quando il suo grado di protezione è minore (più lunga durata dei processi civili). In tal caso, le conseguenze di una scelta di finanziamento sbagliata sono più insidiose. Il risultato è in linea con le attese: la dimensione, l’età e la quota di attività fisse dell’impresa risultano più importanti nel determinare la durata del debito quando la protezione dei creditori è inferiore.

Pubblicato nel 2010 in: Journal of Money, Credit and Banking , v.42, 2-3, pp. 443-463

Testo della pubblicazione