N. 7 - L'economia della LiguriaRapporto annuale

Nel 2013 la congiuntura economica ligure non ha conseguito progressi di rilievo. Alla perdurante debolezza della domanda interna si è accompagnato il calo delle esportazioni, in particolare della cantieristica navale. Tra la fine dell'anno e i primi mesi del 2014 nell'industria le aspettative sono leggermente migliorate tra le aziende metalmeccaniche e della chimica. È proseguita la fase recessiva delle costruzioni e del terziario privato.

Il fatturato in termini reali delle imprese industriali ha ristagnato, con effetti negativi sulla redditività netta. L'accumulazione di capitale fisso ha registrato un'ulteriore contrazione, data anche l'incertezza che ancora caratterizza la futura evoluzione della domanda. Le previsioni per l'anno in corso segnalano comunque una leggera ripresa dei volumi operativi e la stabilizzazione degli investimenti fissi.

L'attività del settore edile è ulteriormente diminuita, sia nel comparto privato, sia in quello pubblico. Le compravendite immobiliari hanno proseguito a ridursi: nell'ultimo triennio il calo del numero di transazioni ha determinato una significativa contrazione delle quotazioni.

La negativa evoluzione del reddito disponibile e le condizioni del mercato del lavoro hanno continuato a frenare i comportamenti di spesa delle famiglie, con una nuova contrazione delle immatricolazioni di autoveicoli e degli acquisti di beni durevoli presso gli esercizi commerciali. Dell'incertezza sulla dinamica del reddito hanno risentito anche i flussi turistici italiani, che hanno trovato compensazione nelle maggiori presenze di turisti stranieri. La movimentazione di merci presso i porti liguri è leggermente diminuita, in linea con la stagnazione dell'interscambio commerciale con l'estero e con la ridotta attività produttiva.

Per il secondo anno consecutivo le condizioni del mercato del lavoro in Liguria hanno subito un deterioramento. Il calo degli occupati ha riguardato con maggiore intensità i lavoratori autonomi e i giovani; questi ultimi incontrano crescenti difficoltà di inserimento nonostante un maggiore ricorso a forme di lavoro flessibile. Il tasso di disoccupazione è ulteriormente salito, superando la media italiana nella componente giovanile.

Nel 2013 il calo dei finanziamenti bancari è proseguito, coerentemente con la fase congiunturale sfavorevole, e in misura più accentuata nei confronti delle imprese rispetto alle famiglie; la contrazione dei prestiti alle attività produttive regionali è stata comunque meno intensa della media nazionale. La domanda di credito da parte delle imprese è rimasta debole sia nella componente diretta a finanziare nuovi investimenti, sia in quelle destinate al finanziamento del capitale circolante e alla ristrutturazione delle posizioni debitorie. Dal lato dell'offerta di credito alle imprese le politiche degli intermediari sono rimaste improntate a prudenza, data anche la maggiore rischiosità della clientela; nel corso dell'anno i flussi di nuove sofferenze in rapporto ai prestiti alle imprese sono saliti, accompagnandosi a un aumento delle altre categorie di partite anomale.

La domanda di mutui delle famiglie consumatrici si è stabilizzata, a fronte di criteri di offerta rimasti anch'essi sostanzialmente invariati rispetto al 2012. Il credito al consumo, che nella prima fase della crisi aveva proseguito a crescere compensando in parte la riduzione del reddito disponibile, nel 2013 è ulteriormente diminuito, in misura più consistente dell'anno precedente. I depositi bancari delle famiglie consumatrici e delle imprese liguri sono aumentati, sebbene a un ritmo inferiore rispetto al 2012.

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