N. 56 - L'economia dell'AbruzzoRapporto annuale

Sommario

Nel 2009 alla caduta della domanda estera e della produzione, causata dalla crisi economico-finanziaria, dal mese di aprile si sono associati gli effetti del terremoto che ha colpito L'Aquila e le zone limitrofe. A distanza di oltre un anno dal sisma, un capitolo fornisce un quadro delle condizioni abitative della popolazione, della ripresa delle attività scolastiche e produttive e dell'avvio della ricostruzione.

In base alle stime della Svimez, nel 2009 la contrazione del prodotto interno lordo dell'Abruzzo sarebbe stata prossima al 6 per cento, superiore al pur forte calo registrato nel complesso del Paese.

Nell'industria manifatturiera la flessione dell'attività produttiva si è accentuata nel primo semestre del 2009, mostrando successivamente segnali di debole ripresa, alimentata dalla dinamica degli ordini sul mercato interno e, in misura inferiore, su quelli esteri. Il recupero dei livelli produttivi appare peraltro ancora parziale e limitato a una quota minoritaria delle imprese.

Nel 2009 le esportazioni si sono ridotte in valore di quasi un terzo rispetto all'anno precedente, una caduta superiore a quella registrata in Italia e nel Mezzogiorno. Il calo, attenuatosi nel secondo semestre, ha riflesso soprattutto l'andamento delle vendite nei paesi dell'area dell'euro, che rappresentano il principale mercato estero di sbocco delle produzioni regionali. Tra i settori maggiormente colpiti dalla crisi si segnalano la produzione di mezzi di trasporto, l'elettronica e il comparto del "made in Italy".

In presenza di elevati margini di capacità produttiva inutilizzata e di forte incertezza sui mercati, le imprese manifatturiere hanno fortemente ridotto la spesa per investimenti in capitale fisso. Le previsioni per l'anno in corso non appaiono prefigurare una rapida ripresa del processo di accumulazione.

Nell'industria emergono segnali che indicano come le imprese che avevano avviato processi di ristrutturazione e di cambiamento delle strategie negli anni precedenti la crisi abbiano conseguito performance migliori nel periodo più recente, in termini di dinamica del fatturato, degli investimenti e dell'occupazione.

Nel settore delle costruzioni la contrazione dell'attività produttiva ha riguardato sia l'edilizia privata sia il comparto delle opere pubbliche. A partire dalla seconda metà dell'anno, i lavori pubblici sono stati sostenuti dagli appalti connessi all'avvio della ricostruzione nelle aree colpite dal sisma, che hanno fornito un contributo all'attività del settore e di cui hanno in parte beneficiato anche imprese aventi sede in Abruzzo.

Nel terziario si è registrata una marcata diminuzione degli afflussi di turisti, particolarmente accentuata nei mesi immediatamente successivi al sisma. L'attività ha ristagnato nel settore commerciale, riflettendo la debolezza dei consumi delle famiglie. Anche il comparto dei trasporti è apparso in moderata flessione, frenato dal calo dei livelli di attività nell'industria e nel turismo. Il terziario è il settore che ha maggiormente risentito dei danni causati dal sisma. Il centro storico del capoluogo aquilano, in cui aveva sede la maggioranza delle attività commerciali, professionali e artigianali, risulta tuttora in larga misura inagibile. Solo parte degli operatori è riuscita a riprendere l'attività trasferendosi presso una nuova sede.

Nel mercato del lavoro la contrazione dell'occupazione è risultata ampiamente superiore al dato medio nazionale. Il calo si è concentrato nel terziario e nella componente femminile, mentre è stato meno intenso nell'industria, dove l'eccezionale incremento del ricorso alla Cassa integrazione guadagni (CIG) ha consentito di contenere l'impatto della crisi sui livelli occupazionali. Il tasso di disoccupazione è fortemente cresciuto, collocandosi al di sopra della media nazionale.
Hanno trovato ampia applicazione in Abruzzo le nuove tipologie di ammortizzatori sociali, come la CIG straordinaria in deroga, di cui hanno fruito soprattutto i lavoratori costretti alla temporanea inattività nell'area colpita dal terremoto.

Nel mercato del credito, in linea con la tendenza osservata a livello nazionale, si è registrato un calo dei prestiti alla clientela residente in regione, più accentuato per le banche di maggiori dimensioni. In presenza di una flessione pronunciata degli investimenti, si è ridotto il credito erogato al settore produttivo. I prestiti alle famiglie consumatrici hanno continuato a espandersi, sebbene a ritmi moderati. I mutui per l'acquisto di abitazioni hanno ristagnato, mostrando segnali di ripresa solo a partire dall'ultimo trimestre del 2009.

La necessità di preservare la qualità degli attivi avrebbe indotto gli intermediari bancari operanti in regione ad adottare criteri maggiormente selettivi nell'erogazione del credito. I risultati dell'indagine condotta dalle Filiali della Banca d'Italia mostrano peraltro come l'atteggiamento delle banche sarebbe divenuto progressivamente meno restrittivo nel corso dell'anno.

La rischiosità della clientela ha risentito del protrarsi della fase di debolezza congiunturale. L'incidenza delle nuove posizioni in sofferenza è aumentata rispetto al livello registrato nel 2008, con un incremento esteso a tutti i principali settori. La quota di prestiti incagliati e di quelli scaduti è significativamente cresciuta.

La raccolta bancaria ha accelerato. Vi ha contribuito la forte crescita dei depositi in conto corrente dei risparmiatori abruzzesi, la cui propensione alla liquidità si è mantenuta elevata.

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