N. 30 - L'economia dell'UmbriaRapporto annuale

Nel 2008 l'attività economica si è contratta in tutti i settori. Gli effetti della crisi finanziaria mondiale sull'economia reale sono stati anche in Umbria particolarmente pesanti; la rapidità e l'intensità del calo dei principali indicatori non trovano riscontro nel recente passato. Il deterioramento del quadro congiunturale si è accentuato nel primo trimestre dell'anno in corso.

La domanda interna ed estera rivolta all'industria, debole già nella prima parte del 2008, ha evidenziato dall'autunno un repentino peggioramento, che si è riflesso in un crollo del fatturato per una larga parte delle imprese. La crisi ha colpito in misura più accentuata l'industria ternana, che sconta le difficoltà strutturali della chimica e la sensibilità dei metalli e prodotti in metallo alle fluttuazioni del ciclo economico generale. In provincia di Perugia si è interrotta l'espansione della meccanica che aveva caratterizzato il precedente triennio, in particolare per l'indotto dell'industria automobilistica, e si è accentuata la debolezza per le produzioni di materiali per l'edilizia. Hanno invece tenuto le vendite nel tessile-abbigliamento, ove tuttavia è proseguito il ridimensionamento dell'offerta meno pregiata, e nell'alimentare, soprattutto per le produzioni di beni di più largo consumo.

La spesa per investimenti si è ridotta per le imprese industriali di minori dimensioni, mentre le aziende medio-grandi hanno cercato di portare avanti i programmi di spesa già definiti per il 2008. Il più contenuto utilizzo degli impianti e le incerte prospettive hanno portato a una generalizzata revisione al ribasso dei piani per il 2009. Per fronteggiare l'impatto del calo delle vendite sulla redditività le aziende hanno cercato nell'immediato di contenere i costi di produzione, considerando anche tagli del personale.

L'evoluzione dell'edilizia si è confermata negativa, in conseguenza della stagnazione del comparto residenziale e dell'ulteriore diminuzione del volume di opere pubbliche, legata anche al rinvio di interventi di elevato ammontare. Si sono ridotte le compravendite e ha rallentato la crescita delle quotazioni immobiliari.

Il commercio ha risentito della flessione dei consumi, che nel 2008 ha interessato principalmente i beni durevoli. Le maggiori difficoltà hanno continuato a riguardare i piccoli operatori al dettaglio, mentre la grande distribuzione è ricorsa con più frequenza a iniziative promozionali. Le aspettative degli operatori per il 2009 sono negative, in relazione alla crescente prudenza manifestata dalle famiglie nei primi mesi dell'anno per i timori di riflessi della crisi sull'occupazione. Anche le presenze di turisti si sono ridotte, in particolare per la componente italiana; è invece aumentata la spesa sostenuta dagli stranieri, la cui incidenza sul prodotto interno risulta comunque inferiore a quella media dell'Italia centrale.

Nella parte finale del 2008 si sono registrati i primi effetti della crisi sul mercato del lavoro; il ricorso alla Cassa integrazione è fortemente aumentato nell'ultima parte dell'anno e nei primi mesi di quello in corso. La riduzione degli occupati dell'ultimo trimestre ha interrotto la crescita pressoché continua dalla seconda metà degli anni novanta, che aveva portato il tasso di occupazione su livelli storicamente elevati.

Nel 2008 il credito bancario concesso in regione è cresciuto a un ritmo inferiore rispetto all'anno precedente. I prestiti alle imprese hanno rallentato, più intensa-mente per le banche di maggiori dimensioni. La decelerazione ha interessato tutti i comparti, principalmente quello manifatturiero. Vi hanno contribuito l'indebolimento della domanda di finanziamenti per nuovi investimenti nonché, dal lato dell'offerta, un atteggiamento di maggiore cautela da parte degli intermediari, soprattutto nei confronti delle piccole imprese. Per favorire il soddisfacimento dell'accresciuto fabbisogno finanziario di queste ultime, legato anche ai crescenti ritardi nei pagamenti della clientela, ha assunto maggiore rilevanza il ruolo di garanzia svolto dai confidi; l'eccessiva frammentazione e le carenze organizzative ancora presenti ne limitano tuttavia l'efficacia. L'andamento dei finanziamenti alle famiglie ha continuato a riflettere la minore domanda di mutui per l'acquisto di abitazioni.

I tassi di interesse sono calati meno dei rendimenti di mercato. La qualità del credito ha cominciato a risentire nell'ultima parte del 2008 del peggioramento ciclico: la dinamica delle nuove sofferenze è risultata nel quarto trimestre la peggiore dell'ultimo quinquennio, segnatamente nel settore produttivo. Hanno inoltre accelerato sia le posizioni a incaglio sia i crediti scaduti o sconfinanti da oltre 90 giorni (past due).

La raccolta bancaria ha beneficiato dell'accresciuta preferenza per la liquidità da parte della clientela e della scelta delle banche di non variarne la remunerazione. È proseguito, su ritmi più elevati rispetto al 2007, il disinvestimento della clientela dal risparmio gestito.

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