N. 29 - L'economia della ToscanaRapporto annuale

Dal quarto trimestre dello scorso anno, con l'aggravarsi della crisi, l'economia internazionale ha sperimentato la più profonda recessione degli ultimi decenni. L'Italia, colpita in una delicata fase di trasformazione strutturale, è stata l'unica tra le maggiori economie dell'area dell'euro a registrare una riduzione del PIL già nella media del 2008. L'attività economica ha continuato a contrarsi a ritmi molto elevati nella prima parte dell'anno in corso.

Anche l'economia toscana è entrata in recessione; le informazioni disponibili sui primi mesi del 2009 suggeriscono una prosecuzione della caduta del prodotto.

Il settore industriale per primo ha risentito della crisi: gli ordini e la produzione, già in calo dall'inizio del 2008, hanno subito un'ulteriore marcata riduzione nel quarto trimestre. Il peggioramento ha avuto natura trasversale rispetto ai principali settori produttivi e alle classi dimensionali di impresa. L'indagine della Banca d'Italia ha mostrato come i programmi di investimento, già deboli, siano stati diffusamente e intensamente ridimensionati nel 2008 e nelle previsioni per l'anno in corso. La crisi sembra avere accentuato la tendenza, in atto da alcuni anni, a diversificare i mercati di sbocco dei prodotti regionali.

Le vendite nominali all'estero si sono ridotte di quasi il 5 per cento, a fronte di una sostanziale stabilità del dato nazionale. A causa degli intensi rapporti commerciali con i paesi di origine della crisi gli effetti sono stati avvertiti in anticipo, nonostante la composizione delle esportazioni della Toscana - meno concentrata in beni, come quelli strumentali, la cui domanda è tipicamente prociclica - abbia contribuito ad attenuarne la vulnerabilità.

Nel comparto delle costruzioni il livello di attività si è contratto. Sull'edilizia privata ha inciso la flessione della domanda per l'acquisto e la ristrutturazione di abitazioni. Le opere pubbliche hanno risentito in misura inferiore del quadro congiunturale sfavorevole; i bandi per nuove gare sono risultati ancora in leggero aumento. Analisi di medio termine mostrano come quella immobiliare sia la componente più importante della ricchezza lorda per le famiglie toscane, arrivando a rappresentarne quasi i nove decimi; tale incidenza è salita anche per effetto della dinamica dei prezzi delle abitazioni.

La crisi internazionale ha manifestato i suoi effetti anche nei servizi. Il calo dei consumi si è riflesso in una contrazione delle vendite nominali al dettaglio, specialmente di quelle relative a beni durevoli. Le presenze turistiche complessive sono rimaste sostanzialmente stabili, con una riduzione della componente straniera e di quella alberghiera. La quantità di merce movimentata nei porti è diminuita sensibilmente a partire dall'ultimo scorcio del 2008.

Il primo effetto della crisi sul mercato del lavoro è stato l'intenso aumento del ricorso alla Cassa integrazione guadagni, specialmente quella ordinaria che nei primi tre mesi del 2009 è quasi quintuplicata rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente. In termini di occupati il 2008 è stato nel complesso caratterizzato da un incremento; nell'ultimo trimestre è intervenuto un rallentamento e le persone in cerca di occupazione sono salite, provocando un aumento del tasso di disoccupazione. Nel mercato regionale la presenza straniera è significativa e i lavoratori sono in prevalenza impiegati alle dipendenze nei settori più tradizionali.

Dopo circa un decennio di sviluppo a un ritmo ampiamente superiore a quello del prodotto nominale, nel 2008 il credito erogato in regione ha fortemente rallentato: tenendo conto degli effetti delle cartolarizzazioni, il tasso di crescita è stato pari al 4,0 per cento. La decelerazione ha interessato dapprima i prestiti alle famiglie, successivamente quelli alle imprese.

La dinamica del credito trova spiegazione nel comportamento sia della domanda sia dell'offerta. La riduzione della domanda ha riflesso le minori transazioni immobiliari e la contrazione degli acquisti di beni durevoli, per le famiglie, e il calo degli investimenti, per le imprese. Le condizioni di offerta sono mutate in senso restrittivo: gli intermediari, specialmente quelli appartenenti ai maggiori gruppi, hanno rivisto i criteri usati nelle decisioni di affidamento.

La congiuntura recessiva ha iniziato a riflettersi sulla qualità del credito. Il nuovo contenzioso delle imprese è apparso in aumento, quello delle famiglie costante. Queste ultime sono tuttavia caratterizzate da un significativo aumento dei ritardi nei pagamenti, che spesso si traducono in rinegoziazioni del debito.

L'esame dei bilanci degli ultimi anni delle società di capitale toscane mostra come nel biennio precedente la crisi la situazione finanziaria si fosse già indebolita; in particolare, si è ampliato il divario tra le imprese più solide e quelle più fragili le quali, con maggiore frequenza, presentano piccole dimensioni.

Il rapporto tra banca e impresa è stato interessato tra il 1997 e il 2007 da significativi cambiamenti che si sono riflessi sul sistema economico toscano, dove più che nella media nazionale il canale bancario è primario. È aumentata la quota di prestiti erogati dalle banche di minori dimensioni non appartenenti a gruppi. Si è ridotto il fenomeno del multiaffidamento e si è ampliato il ruolo della banca principale.

Le turbolenze sui mercati finanziari hanno sortito l'effetto di accrescere la propensione per la liquidità dei risparmiatori toscani nella parte finale del 2008: i conti correnti hanno accelerato sensibilmente, anche per il ridotto costo opportunità loro associato.

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