N. 27 - L'economia della LiguriaRapporto annuale

Dal quarto trimestre dello scorso anno, con l'aggravarsi della crisi, l'economia internazionale ha sperimentato la più profonda recessione degli ultimi decenni. L'Italia, colpita dalla crisi in una fase particolarmente delicata, caratterizzata da una complessa trasformazione strutturale, è stata l'unica tra le maggiori economie dell'area dell'euro a registrare una riduzione del PIL già nella media del 2008. L'attività economica ha continuato a contrarsi a ritmi molto elevati nella prima parte del 2009.

Anche la Liguria, nel 2008 e nei primi mesi dell'anno in corso, ha risentito in misura progressivamente crescente della crisi economica internazionale, mostrando un marcato indebolimento di larga parte dei comparti di attività economica. Alcune caratteristiche strutturali della regione, come l'elevata terziarizzazione del tessuto produttivo e la limitata apertura al commercio estero, hanno ritardato il manifestarsi degli effetti più incisivi del deterioramento del contesto macroeconomico esterno.

Nel comparto industriale, a partire dall'autunno, i livelli di domanda e produzione hanno evidenziato una marcata caduta. I due terzi delle imprese industriali regionali che hanno preso parte alla rilevazione della Banca d'Italia hanno risentito della crisi; per la metà di queste l'impatto sull'andamento aziendale è stato giudicato rilevante. Rispetto all'anno precedente le esportazioni hanno decelerato e la redditività delle aziende si è ridotta; la spesa per investimenti ha ristagnato.

Il settore delle costruzioni ha risentito del rallentamento del mercato immobiliare, nel quale le compravendite sono diminuite e i prezzi sono rimasti stazionari in termini reali; l'attività di ristrutturazione e recupero di edifici si è ridotta. Nel comparto delle opere pubbliche l'attività è rimasta stagnante, ma alcuni avanzamenti nell'iter progettuale e nelle procedure di gara relative ai principali programmi di investimento sembrano indicare potenzialità di crescita.

Nel comparto dei servizi gli andamenti sono stati differenziati per settore; gli effetti della crisi sono comunque stati avvertiti in minor misura rispetto all'industria. Le vendite al dettaglio di beni durevoli si sono ridotte; la grande distribuzione ha conseguito un modesto incremento del fatturato, limitato al comparto degli alimentari e dei prodotti di largo consumo. Le presenze turistiche presso le strutture ricettive regionali sono rimaste sostanzialmente stabili; è proseguita la crescita della quota dei visitatori di provenienza estera, la cui spesa negli ultimi dieci anni è aumentata in misura superiore alla media nazionale.

Il movimento mercantile presso gli scali regionali si è ridotto, risentendo della stasi nel commercio internazionale che ha altresì determinato una brusca flessione dei noli. Il traffico di container, leggermente diminuito, ha continuato a mostrare una performance inferiore a quella dei principali scali del Mediterraneo occidentale. È invece cresciuto il movimento di passeggeri.

Il processo di espansione occupazionale in atto da diversi anni, favorito anche dalla regolarizzazione degli immigrati, si è arrestato: il numero di addetti è rimasto sostanzialmente stazionario, mentre è cresciuto quello delle persone in cerca di occupazione. Il tasso di disoccupazione è aumentato per la prima volta da diversi anni, pur restando inferiore alla media del paese. È cresciuto il ricorso agli interventi ordinari di Cassa integrazione, che ha raggiunto un picco nel primo trimestre del 2009; sono stati inoltre emanati provvedimenti regionali per la Cassa integrazione in deroga.

I finanziamenti bancari hanno progressivamente rallentato, in particolare per le famiglie consumatrici: le nuove erogazioni di mutui si sono ridotte, così come il credito al consumo, negativamente influenzate dall'incertezza delle prospettive economiche e dalla contenuta dinamica dei redditi familiari. Il ritmo di crescita del ricorso al credito delle imprese, pur in flessione, è rimasto sostenuto, in particolare per le aziende di maggiore dimensione e per i finanziamenti a medio e a lungo termine. Il tasso medio praticato sui finanziamenti a breve termine in Liguria è rimasto più elevato della media nazionale, principalmente a causa della composizione settoriale e dimensionale del tessuto produttivo locale, che si caratterizza per un ruolo rilevante delle famiglie e delle piccole imprese.

I prestiti degli intermediari di minore dimensione sono cresciuti in misura superiore a quelli delle grandi banche. Sulla base di analisi relative al periodo 1997-2007, tale andamento si inquadra in un processo pluriennale di crescita del ruolo degli intermediari minori, in particolare nel finanziamento delle piccole imprese.

L'allocazione del risparmio ha risentito della crescente avversione al rischio delle famiglie, dovuta ai recenti andamenti dei mercati finanziari. La raccolta bancaria diretta è cresciuta in misura sostenuta, in particolare nella componente obbligazionaria. Tra i valori mobiliari a custodia e amministrazione presso il sistema bancario sono aumentati i titoli di Stato e le obbligazioni corporate, mentre gli OICR e le gestioni patrimoniali bancarie hanno registrato consistenti deflussi netti di risparmio.

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