L'economia della Liguria nel 2004Rapporto annuale

Nel 2004 è proseguita la fase congiunturale sfavorevole che già nel biennio precedente aveva caratterizzato l’economia regionale. Sulla base delle prime stime disponibili il prodotto interno lordo della Liguria sarebbe lievemente diminuito (-0,5 per cento secondo la Svimez). La flessione dei livelli di attività ha interessato larga parte dei comparti di attività economica.

Nel settore industriale l’attività produttiva si è indebolita, a seguito del contenuto livello degli ordini interni ed esteri. Le scorte sono rimaste stazionarie. Il fatturato delle imprese si è ridotto, specialmente per le aziende di maggiori dimensioni; la spesa per investimenti, condizionata dall’incertezza delle prospettive, ha registrato una notevole contrazione.

L’edilizia residenziale ha continuato a beneficiare del costo contenuto del credito e delle agevolazioni fiscali alle ristrutturazioni. Sul mercato immobiliare è proseguita la crescita dei prezzi medi di vendita, anche se a un ritmo sensibilmente inferiore rispetto agli anni precedenti.
Nel comparto delle opere pubbliche l’attività è diminuita; le prospettive appaiono legate all’avvio dei principali interventi sulle infrastrutture stradali e ferroviarie, per alcune delle quali sono state varate le gare di appalto e avviati i lavori preliminari.

Le vendite al dettaglio si sono leggermente ridotte, specialmente per i beni di consumo durevole. È proseguita la crescita della quota di mercato della grande distribuzione, anche se con minore intensità rispetto agli anni precedenti. Il movimento mercantile presso i porti regionali ha registrato un incremento; tuttavia, specie nel comparto delle merci containerizzate, la crescita è stata sensibilmente inferiore a quella registrata dal complesso dei traffici del Mediterraneo. È proseguita la diminuzione delle giornate di presenza dei turisti italiani e stranieri presso le strutture ricettive della Liguria; si è ulteriormente ridotta la quota della regione sulla ricettività alberghiera nazionale.

Il livello complessivo dell’occupazione è rimasto sostanzialmente stabile; nell’ultimo triennio la dinamica occupazionale ligure è risultata sensibilmente inferiore alla media nazionale. Il tasso di disoccupazione è comunque ulteriormente diminuito, anche per la minore partecipazione al mercato del lavoro.

I finanziamenti bancari a clientela residente sono risultati stazionari, a causa sia di operazioni di cessione di prestiti a clientela regionale effettuate dal sistema bancario, sia della debolezza congiunturale. Gli utilizzi bancari sono aumentati esclusivamente per le famiglie consumatrici e per le società finanziarie e assicurative; si sono invece mostrati in contrazione nei settori produttivi, specialmente nell’industria.

Come avviene ormai da oltre un quinquennio, la domanda di credito si è concentrata nella componente a medio e a lungo termine, anche grazie al costo contenuto dei prestiti a protratta scadenza. Tale evoluzione si pone in linea di continuità con il progressivo cambiamento della struttura finanziaria che emerge dall’analisi dei bilanci di un campione di imprese regionali. In base a tali evidenze, si registra una progressiva flessione del grado di indebitamento, in particolare per le imprese di più piccole dimensioni, e un minore assorbimento di reddito da parte della gestione finanziaria.

Nel corso del 2004 il flusso di nuove sofferenze rettificate è aumentato in misura cospicua; vi ha contribuito principalmente il deterioramento di esposizioni creditizie di primarie imprese operanti nei settori della chimica e dei trasporti marittimi. A seguito di tale dinamica, in presenza di stazionarietà nei flussi di credito, anche l’incidenza delle partite anomale sui prestiti regionali è salita  significativamente.

Nell’ambito della raccolta bancaria sono cresciute le giacenze in conto corrente, malgrado la limitata remunerazione, riflettendo l’orientamento prudente dei risparmiatori. È invece notevolmente decelerata la provvista obbligazionaria, dopo i sostenuti tassi di sviluppo degli ultimi anni.

Il valore nominale dei titoli a custodia e amministrazione presso il sistema bancario è diminuito; la flessione, che ha interessato tutte le categorie di valori mobiliari, è stata particolarmente incisiva per le obbligazioni corporate. Anche le gestioni patrimoniali effettuate dalle banche si sono ridotte, soprattutto nella componente investita in quote di fondi comuni di investimento.

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