Presentazione del rapporto annuale sul 2021 "L'economia del Friuli Venezia Giulia"

Viene presentato oggi a Trieste il rapporto annuale "L'economia del Friuli Venezia Giulia".

Il quadro economico

Nel 2021 la ripresa dell'attività economica in Friuli Venezia Giulia è stata intensa. In base all'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d'Italia, si stima un aumento dell'attività economica in regione del 7,5 per cento, superiore a quello del PIL nazionale (6,6 per cento secondo l'Istat). La crescita è stata di eccezionale entità nel secondo trimestre, che si confronta con l'analogo periodo del 2020, durante il quale si sono concentrate le interruzioni dell'attività economica a causa della pandemia di Covid-19. In seguito la crescita si è attenuata, frenata dai rialzi dei prezzi dell'energia e dalle difficoltà di approvvigionamento di input produttivi, specie nell'industria.

Lo scoppio della guerra in Ucraina a fine febbraio 2022 ha acuito le tensioni dal lato dell'offerta e i rischi al ribasso del ciclo economico. L'economia del Friuli Venezia Giulia risulta significativamente esposta alle conseguenze della guerra, soprattutto per la forte specializzazione manifatturiera in comparti molto energivori, come quello metallurgico, e per la sua dipendenza da alcune materie prime provenienti dai paesi coinvolti nel conflitto. Secondo le imprese regionali intervistate dalla Banca d'Italia tra lo scoppio del conflitto e la prima metà di maggio, la principale conseguenza economica negativa è sinora consistita nel rialzo dei prezzi dell'energia.

Le imprese

Nel 2021 si è osservata una forte ripresa dell'attività economica delle imprese regionali, favorita dal contenimento della pandemia e sostenuta dalla domanda nazionale ed estera. Nell'industria la crescita della produzione e delle vendite, concentratasi nella prima parte dell'anno, è stata intensa e diffusa tra i settori. Gli investimenti sono tornati a espandersi, ma la loro ripresa rischia, secondo le previsioni delle imprese, di interrompersi nell'anno in corso con il peggioramento delle prospettive causato dalla guerra. Nel settore delle costruzioni l'attività economica è aumentata in misura considerevole, portandosi sopra i livelli pre-pandemia, sospinta dalle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni e dalla ripresa degli investimenti pubblici; all'espansione della produzione si è accompagnata una significativa crescita degli scambi sul mercato immobiliare. I servizi, duramente colpiti dalla crisi nel 2020, hanno beneficiato del progressivo allentamento delle restrizioni alla mobilità; il recupero è stato però solo parziale in diversi comparti, specie in quelli collegati al turismo. Nel porto di Trieste, se si eccettua il flusso petrolifero destinato all'Europa centrale, nel 2021 la movimentazione delle merci ha sostanzialmente recuperato i livelli del 2019.

Nel 2021 la redditività delle imprese è tornata a migliorare, alimentando l'autofinanziamento; le ampie disponibilità liquide hanno contenuto il fabbisogno di credito. Dopo il picco osservato nel corso del 2020, la crescita dei prestiti bancari alle imprese regionali ha perciò fortemente decelerato; a livello settoriale, la dinamica dei prestiti è risultata più elevata per le costruzioni. Tra gli strumenti di sostegno al credito, il ricorso alle moratorie si è notevolmente ridimensionato.

Il mercato del lavoro

Nel 2021 il recupero dei livelli di attività economica ha favorito la ripresa dell'occupazione, sia autonoma sia alle dipendenze, e della partecipazione al mercato del lavoro. Il ricorso agli ammortizzatori sociali è fortemente diminuito, pur restando ampiamente al di sopra dei livelli antecedenti il 2020. I dati sulle comunicazioni obbligatorie indicano che i saldi tra attivazioni e cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente non agricolo sono risultati positivi in tutti i comparti; i più elevati sono stati nel terziario. Gran parte delle nuove posizioni lavorative attivate sono state a tempo determinato.

Le famiglie

Nel 2021 il reddito delle famiglie residenti in regione è tornato a crescere significativamente, collocandosi su livelli prossimi a quelli pre-pandemici, beneficiando della ripresa dell'occupazione e degli ingenti trasferimenti pubblici a favore dei lavoratori e delle famiglie. La crescita dei consumi è stata più intensa di quella del reddito disponibile; ciononostante, essi restano inferiori rispetto al 2019.

I consumi potrebbero in prospettiva risentire dell'aumento dei prezzi dei beni e del calo di fiducia connesso con la guerra in Ucraina.

Nel corso del 2021 si è rafforzata la crescita dei finanziamenti erogati da banche e società finanziarie alle famiglie; all'aumento sostenuto dei mutui immobiliari si è associata una moderata crescita del credito al consumo. 

Il mercato del credito

Nel 2021 si è attenuata la crescita dei prestiti bancari all'economia regionale: il netto rallentamento del credito alle imprese è stato solo in parte bilanciato dall'accelerazione di quello alle famiglie. L'andamento riflette la moderazione della domanda da parte del settore produttivo, dopo la decisa espansione del 2020 legata alla crisi pandemica e favorita dagli interventi di sostegno al credito; dal lato dell'offerta i criteri di erogazione sono invece rimasti accomodanti. La qualità dei finanziamenti bancari in regione si è mantenuta mediamente buona, grazie alla ripresa economica e alle misure di sostegno a famiglie e imprese.

Dal lato del risparmio finanziario, nel 2021 è proseguita la crescita dei depositi bancari di famiglie e imprese, sebbene in decelerazione sull'anno precedente; stante il perdurare della preferenza per la liquidità, la crescita si è concentrata nella componente dei conti correnti. Sono aumentati anche i titoli a custodia presso il sistema bancario, dopo il calo registrato nel 2020; l'incremento è riconducibile al risparmio gestito e alle azioni ed è stato favorito dal rialzo dei corsi dei titoli.

La finanza pubblica decentrata

Nel 2021 la spesa primaria degli enti territoriali del Friuli Venezia Giulia è tornata a crescere. La componente corrente è stata sospinta, in particolare, dai maggiori costi sostenuti dalla Regione per la sanità, riconducibili al potenziamento del comparto per fare fronte all'emergenza; la spesa in conto capitale ha invece ricevuto impulso soprattutto dagli investimenti effettuati dai Comuni.

Le entrate, che nel 2020 avevano beneficiato di forme straordinarie di sostegno statale, sono diminuite.

Anche all'inizio del 2021 il risultato di amministrazione degli enti territoriali del Friuli Venezia Giulia ha evidenziato un avanzo. Oltre che una situazione equilibrata sotto il profilo finanziario, tali enti mostrano, nel confronto con l'insieme delle Regioni a statuto speciale (RSS) e col Paese, risultati migliori dal punto di vista dell'accesso ai servizi scolastici e delle prestazioni sociali oggetto di definizione dei livelli essenziali.