N. 968 - Pressioni sui prezzi dei titoli pubblici britannici indicizzati all'inflazione: un'analisi empirica

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di Gabriele Zinnaluglio 2014

Il lavoro analizza l’impatto della domanda di titoli pubblici britannici indicizzati all’inflazione da parte di investitori istituzionali sulla struttura a termine dei tassi d’interesse reali in sterline nel periodo 1987-2012. L’analisi si basa su un modello strutturale in cui i tassi d’interesse di equilibrio sono determinati dall’interazione tra arbitraggisti, che scambiano i titoli in base a considerazioni di rischio e rendimento, e investitori caratterizzati da una domanda di titoli inelastica o da preferenze per titoli con scadenze specifiche.

Nel modello in esame, la struttura a termine dei tassi di interesse reali è determinata non solo dal tasso a breve, ma anche dalla domanda di titoli da parte di investitori istituzionali e banche centrali (nazionali ed esteri), espressa in rapporto all’offerta. Tale rapporto, calcolato per ciascuna tipologia di investitori sopra menzionata, costituisce una misura di price pressure e consente di effettuare una stima strutturale dell’impatto della domanda sulla struttura a termine dei tassi reali.

I risultati principali del lavoro sono i seguenti.

Gli acquisti di titoli pubblici da parte di investitori istituzionali e banche centrali – espressi in rapporto all’offerta – hanno influito significativamente sul livello dei tassi d’interesse reali britannici.

L’impatto della domanda “istituzionale” sui tassi varia nel tempo, a causa non solo delle fluttuazioni della domanda stessa, ma anche delle variazioni dell’offerta di titoli e della loro composizione per scadenza.

Nell’arco del periodo 1990-2012, la pressione della domanda dei fondi pensione nazionali ha determinato un calo dei tassi reali a 2, 10 e 20 anni rispettivamente di 70, 140 e 165 punti base; l’effetto del QE della Bank of England, nel periodo 2008-12, è stato più limitato (circa 100 punti base sulla durata decennale); ancora più contenuta, ma comunque significativa, è stata la pressione esercitata dalle assicurazioni nazionali e dagli investitori esteri (circa 65 punti base sulla durata a 10 anni, in ambedue i casi).

Tali risultati suggeriscono che cambiamenti della regolamentazione finanziaria, miglioramenti nelle tecniche di gestione dei rischi finanziari o altri fattori che abbiano effetti diretti o indiretti sulle scelte di portafoglio degli investitori a lungo termine possono avere un impatto sui tassi d’interesse. In particolare, cambiamenti normativi volti a migliorare le tecniche di asset-liability management degli investitori istituzionali richiedono la disponibilità di un’adeguata offerta di strumenti finanziari a lungo termine.

Pubblicato nel 2016 in: Review of Finance,v. 20, 4, pp. 1587-1630