N. 991 - La teoria del capro espiatorio del tasso di cambio: i primi test (solo in inglese)

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di Marcel Fratzscher, Dagfinn Rime, Lucio Sarno e Gabriele Zinnaottobre 2014

Il lavoro sottopone a verifica empirica la cosiddetta scapegoat theory (teoria del capro espiatorio) dei tassi di cambio avanzata da Bacchetta e Van Wincoop, secondo cui l’instabilità che si osserva nella relazione tra i tassi di cambio e le principali variabili macroeconomiche sarebbe dovuta non a variazioni dei parametri strutturali che definiscono la relazione stessa, ma a un’accentuata variabilità delle aspettative degli investitori circa tali parametri strutturali.

Tale variabilità rifletterebbe la presenza di determinanti del tasso di cambio difficilmente osservabili dagli investitori, il cui effetto può essere erroneamente attribuito alle variabili macroeconomiche osservabili. In tali circostanze, una variabile macro diventa scapegoat quando registra una variazione che è ritenuta coerente, in base alla teoria economica, con quella contestualmente registrata dal tasso di cambio. Quando una variabile assume il ruolo di scapegoat, la sua correlazione con il tasso di cambio aumenta in maniera endogena, perché gli operatori iniziano a effettuare negoziazioni di valute in risposta all’andamento di tale variabile.

Le stime econometriche sono condotte su dati mensili relativi a 12 tassi di cambio (di paesi avanzati ed emergenti) sul periodo 2000-2011. Si utilizzano, in particolare, dati sui flussi di ordini sulle valute (quali indicatori delle determinanti non osservabili), informazioni tratte dalle indagini sui tassi di cambio (per stimare l’effetto scapegoat) e variabili macroeconomiche quali i tassi di interesse, la crescita del PIL, i flussi azionari e il saldo delle partite correnti.

Le implicazioni più importanti della scapegoat theory sono corroborate dall’evidenza empirica. Una variabile macroeconomica tende a diventare uno scapegoat quando: (i) vi è una forte variazione del tasso di cambio determinata da un fattore non osservabile; (ii) la variabile registra uno scostamento significativo dal suo valore di equilibrio; (iii) tale scostamento è, dal punto di vista teorico, coerente con la variazione del tasso di cambio.

Il lavoro mostra anche che i modelli empirici di tipo scapegoat hanno un’ottima capacità esplicativa dei tassi di cambio e possiedono anche un notevole potere previsivo in base ad alcune misure di valore economico.

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