Il lavoro studia il ruolo dei Parchi Scientifici e Tecnologi (PST) nel promuovere il grado di innovazione e di performance economica delle imprese che ospitano. Per far ciò lo studio si avvale dei dati raccolti attraverso un’indagine condotta dalla Banca d’Italia durante la primavera del 2012 preso i PST italiani.
L’analisi mostra una forte eterogeneità tra i Parchi Scientifici italiani in termini di dimensione, performance economica, strategia e specializzazione; inoltre, negli ultimi anni si rileva una loro bassa dipendenza dai fondi pubblici e al contempo un incremento del loro fatturato e del numero di dipendenti.
Dall’analisi dei bilanci e in base ai dati sui brevetti, risulta come le imprese locate all’interno dei PST italiani presentino migliori condizioni, sia dal punto di vista della profittabilità sia dal punto di vista della capacità innovativa, rispetto a imprese che risiedono fuori dai Parchi ma che operano nello stesso settore e sono localizzate nella stessa area geografica.
Tuttavia, per verificare se sia stata la localizzazione (e i servizi ottenuti) all’interno dei PST a determinare la migliore performance per le imprese locate all’interno dei PST, il lavoro presenta un’analisi difference-indifferences tra queste e un gruppo di imprese simili per localizzazione geografica, settore economico, dimensione, età, patrimonio netto e alcuni indicatori di performance economica e reddituale, ma che risiedono fuori dai PST.
I risultati mostrano che in generale lo spostamento delle imprese all’interno dei PST non ha determinato un vantaggio competitivo rispetto a quelle rimaste fuori. Ciononostante, distinguendo in base alle caratteristiche di PST e di impresa, si rilevano effetti significativi quando il Parco è attivo da più anni e per le imprese piccole e mature del Centro-Sud.
Pubblicato nel 2016 in: Journal of Technology Transfer, v. 41, 4, pp. 694-729.
