N. 963 - Progresso tecnologico, riqualificazione e partecipazione al mercato del lavoro

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di Lorenzo Burlon e Montserrat Vilalta-Bufígiugno 2014

Il lavoro analizza l’effetto del progresso tecnologico sulle decisioni di uscita dal mercato del lavoro prima del raggiungimento dell’età di pensionamento.

La letteratura ha mostrato che lo sviluppo tecnologico ha un duplice effetto sull’offerta di lavoro: nella misura in cui è accompagnato da salari più elevati, favorisce la permanenza nel mercato del lavoro (“effetto salario”); quanto più lo sviluppo tecnologico induce una rapida erosione del capitale umano, tanto più ne discende un ricorso elevato al prepensionamento (“effetto erosione”).

Nel lavoro viene sviluppato un modello che consente di analizzare in che maniera l’effetto dello sviluppo tecnologico sulla probabilità di uscita dal mercato del lavoro risente dell’intensità dello stesso e dei costi di riqualificazione delle competenze dei lavoratori.

Il modello viene impiegato per valutare la rilevanza dei due meccanismi in diversi comparti industriali degli Stati Uniti.

I principali risultati sono i seguenti.

Nei settori sottoposti a forti cambiamenti tecnologici l’effetto salario è dominante: l’opportunità creata da retribuzioni più alte spinge i lavoratori a riqualificarsi. Nei comparti soggetti a un progresso tecnologico più lento i lavoratori non hanno invece incentivi a contrastare l’obsolescenza delle proprie conoscenze professionali e tendono quindi ad abbandonare il mercato del lavoro con più elevata probabilità. Questa evidenza è compatibile con l’esistenza di processi di onthe-job training e apprendimento permanente, che rendono il costo di riqualificazione relativamente più contenuto nel caso di adeguamento a mutamenti tecnologici più marcati.

Lo studio suggerisce pertanto che l’efficacia di possibili interventi legislativi volti a limitare l’abbandono volontario del mercato del lavoro da parte di fasce della popolazione vicine all’età pensionabile dipende tra l’altro dalle capacità professionali necessarie alla permanenza nel settore di specializzazione e dalla velocità del progresso tecnologico. Un innalzamento dell’età di pensionamento obbligatoria allunga l’arco temporale lungo il quale un’eventuale riqualificazione lavorativa produrrebbe effetti positivi sulla retribuzione. Per dato livello del capitale umano individuale, quindi, tale intervento aumenta la probabilità che il lavoratore decida di aggiornare le proprie competenze, rimandando l’uscita volontaria dal mercato del lavoro.

Pubblicato nel 2016 in: IZA Journal of Labor Policy, v. 5

Testo della pubblicazione