N. 961 - Distribuzione della spesa pubblica, processo di votazione e crescita

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di Lorenzo Burlonaprile 2014

La capacità produttiva di un’economia dipende anche da come il capitale fisico, il capitale umano e la tecnologia sono allocati tra i comparti industriali e le imprese. Dato che alcune allocazioni sono più efficienti di altre, è importante esplorare per quali motivi allocazioni non ottimali persistano nel tempo.

Studi teorici ed empirici hanno collegato tale fenomeno al processo di formazione delle politiche pubbliche. Determinanti per queste ultime sono le istituzioni preposte alla regolazione dell’interazione tra interessi potenzialmente contrapposti e la distribuzione di tali interessi all’interno del sistema economico. Mentre i diversi assetti istituzionali sono in grado di rendere conto delle differenze nell’allocazione delle risorse, in particolar modo pubbliche, tra paesi sviluppati e in via di sviluppo, non è chiaro come tali differenze possano persistere in presenza di istituzioni pressoché identiche.

Nel presente lavoro si propone un modello in cui il processo democratico di definizione delle politiche pubbliche può produrre sia il potenziale blocco di interventi volti alla crescita economica sia l’approvazione di provvedimenti negativi per lo sviluppo economico.

Ogni alterazione esogena della distribuzione settoriale e degli interessi particolari può portare all’approvazione di riforme che sarebbero altrimenti bloccate. Ciò ha due implicazioni di rilievo.

In primo luogo, una crisi economica che ridistribuisca il consenso politico tra differenti settori economici può avere conseguenze di lungo termine sulla capacità produttiva, se riesce ad alterare la praticabilità di alcune politiche pubbliche rispetto ad altre.

In secondo luogo, la concentrazione geografica dei comparti industriali implica che, per dato livello di diversificazione della composizione settoriale a livello nazionale, gli interessi particolari tendano a essere maggiormente concentrati a livello locale. Tale fenomeno sarebbe accentuato da riforme istituzionali, quali il trasferimento di competenze dallo Stato alle amministrazioni locali.

Pubblicato nel 2017 in: Journal of Public Economic Theory, v. 19, 4, pp. 789–810.

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