N. 951 - Il rischio di credito bancario: sistemico o idiosincratico? Evidenza dagli Stati Uniti e dal Regno Unito

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di Junye Li e Gabriele Zinnafebbraio 2014

Il lavoro effettua una scomposizione del rischio di credito bancario in componente sistemica e componente idiosincratica. Il rischio sistemico è definito come la possibilità che si verifichi un evento tale da causare il fallimento congiunto di più banche ed, eventualmente, anche di un emittente sovrano. Al contrario, il rischio idiosincratico si riferisce alla possibilità che la singola banca fallisca, senza che tale evento si trasmetta all’intero sistema.

Per un campione di grandi banche statunitensi e del Regno Unito, viene stimato un modello di rischio di credito multivariato in forma ridotta. Viene utilizzata sia la struttura a termine dei premi sui CDS bancari sia quella dei premi sui CDS sovrani, in modo tale che sia possibile analizzare anche il legame tra il rischio di credito delle banche e quello degli emittenti sovrani.

I risultati principali del lavoro sono i seguenti.

Nonostante il materializzarsi di rischi sistemici sia un evento assai raro, il premio richiesto dagli investitori a fronte di tali rischi è molto elevato e rappresenta in media oltre la metà del totale del premio per il rischio di credito bancario.

L’importanza relativa del rischio sistemico varia sensibilmente nel corso del tempo ed è correlata negativamente con gli indici generali di borsa e con i tassi d’interesse a medio termine (che verosimilmente costituiscono un indicatore ciclico) e positivamente con i premi per il rischio di credito sulle società non finanziarie.

Nel Regno Unito, l’esposizione sistemica delle singole grandi banche è di dimensioni comparabili a quella del sovrano, mentre è sensibilmente superiore negli Stati Uniti; ciò può essere dovuto alla maggiore dimensione del sistema bancario rispetto all’economia nel Regno Unito.

Tali risultati suggeriscono che, nel complesso, politiche macroprudenziali volte a contenere il rischio sistemico possono contribuire a diminuire significativamente i costi di finanziamento delle banche. Il modello può inoltre essere utilizzato per individuare le istituzioni maggiormente sistemiche e per monitorare l’evoluzione del rischio sistemico, così da informare le politiche macro-prudenziali.

Infine, la stima della componente di rischio idiosincratica consente il monitoraggio del rischio di default specifico delle singole banche.

Pubblicato nel 2014 in: Journal of Financial and Quantitative Analysis, v. 49, 5/6, pp. 1403-1442.