N. 825 - Le valutazioni dei docenti universitari da parte degli studenti

Go to the english version Cerca nel sito

di Michela Braga, Marco Paccagnella e Michele Pellizzariottobre 2011

La qualità dei docenti è un fattore chiave nel determinare la preparazione degli studenti, ma è difficile da misurare e risulta spesso poco correlata con caratteristiche osservabili quali gli anni di insegnamento. In molti paesi tale fattore viene misurato con il contributo di questionari anonimi compilati dagli studenti, un metodo la cui validità è però soggetta a critiche. Ad esempio, gli studenti potrebbero valutare positivamente solo quei docenti che forniscono le votazioni più elevate.

Il lavoro sfrutta il meccanismo di allocazione casuale a insegnanti diversi di una coorte di studenti dell’Università Bocconi per stimare l’effettivo valore aggiunto dei docenti in termini di voti conseguiti dagli studenti negli esami successivi. Tale misura “oggettiva” di qualità del docente viene poi confrontata con le valutazioni anonime espresse dagli studenti.

I risultati confermano, in primo luogo, l’importanza dei docenti: studenti che frequentano lo stesso corso con insegnanti diversi possono presentare, negli esami successivi, divari non trascurabili nei voti conseguiti. È possibile inoltre stimare che, all’ingresso nel mercato del lavoro, tali divari si traducano in un premio salariale dell’1,4% (circa 180 euro all’anno).

In secondo luogo, l’effettivo valore aggiunto del docente è correlato negativamente con le valutazioni formulate dagli studenti: i docenti che ricevono le valutazioni peggiori sono quelli i cui studenti ottengono i voti più alti negli esami successivi; le valutazioni migliori sono invece ottenute dai docenti dei corsi in cui vengono dati i voti più elevati.

Tali risultati sono spiegabili da un meccanismo per cui alcuni docenti trasmettono le conoscenze più utili per il prosieguo della carriera accademica, ma richiedono agli studenti un maggiore impegno; altri docenti si limitano invece a insegnare il metodo migliore per superare l’esame, innalzando il voto medio della classe e riducendo l’impegno richiesto nello studio. Se per gli studenti il costo di tale impegno è correlato negativamente con la loro abilità, mentre le loro valutazioni dipendono positivamente dal voto ottenuto e negativamente dall’impegno profuso, studenti meno abili assegneranno valutazioni peggiori ai docenti migliori.

Il lavoro discute infine vari interventi che potrebbero contribuire a migliorare la qualità dell’insegnamento. Ad esempio, limitare gli esami a risposta chiusa disincentiverebbe lo svolgimento di lezioni finalizzate al mero superamento dei corsi. Se i voti d’esame fossero assegnati da docenti diversi da quelli che tengono le lezioni si scoraggerebbero taciti scambi tra i voti degli insegnanti e le valutazioni degli studenti. Sarebbero utili, inoltre, misurazioni della performance degli insegnanti basate sulla valutazione dei colleghi (peer review), in linea con l’approccio utilizzato nel campo della ricerca scientifica.  

Testo della pubblicazione