N. 75 - Dal Testo unico bancario all’Unione bancaria: tecniche normative e allocazione di poteriAtti del convegno tenutosi a Roma il 16 settembre 2013

L'iniziativa di dedicare un convegno di studi al Testo unico bancario nel ventesimo anno dalla sua nascita non poteva inserirsi in un momento di cambiamento più rilevante per la legislazione e la vigilanza bancaria. L'anniversario è venuto infatti praticamente a coincidere con l'adozione del regolamento UE n. 1024/2013, che, nell'ambito del più ampio progetto di Unione bancaria, ha attribuito alla Banca Centrale Europea compiti di vigilanza prudenziale anche sulle principali banche italiane.

Oltre ad essere una proficua occasione di approfondimento sulla stagione normativa che ha scandito venti anni di attività bancaria nel nostro Paese, il Convegno svoltosi in Banca d'Italia il 16 settembre 2013 ha consentito, quindi, di delineare anche il passaggio di testimone tra una vigilanza esclusivamente nazionale, costruita nel solco della tradizione della Legge bancaria del 1936, e la nuova vigilanza europea, affidata nell'Eurozona al Single Supervisory Mechanism. Il tema stesso del Convegno ("Dal Testo unico bancario all'Unione bancaria: tecniche normative e allocazione di poteri") rivela l'importanza degli sviluppi in corso e di quelli attesi, che sono stati al centro dell'attenzione di tutte le relazioni susseguitesi.

La raccolta degli interventi tenuti nella giornata di studio a Palazzo Koch si inserisce quindi a pieno titolo nella serie di approfondimenti dedicati dai Quaderni di Ricerca Giuridica alla tematica dell'Unione bancaria, avviata con il Quaderno n. 73. Oltre a rievocare il contesto in cui maturò l'idea di una nuova legge bancaria, così come i contenuti e le scelte che più caratterizzarono il testo unico bancario, il dibattito ha offerto le prime intriganti analisi sui rapporti tra le autorità nell'ambito del Meccanismo unico di vigilanza e sulle inevitabili ricadute che la nuova allocazione dei poteri determinerà sull'assetto attuale delle autorità nazionali; si è soffermato sulla qualità (migliorabile) della regolamentazione di settore e più in generale sui meccanismi di produzione delle regole; ha analizzato l'origine e la base legale del Single Supervisory Mechanism; ha mostrato le potenzialità dei nuovi strumenti della vigilanza europea; ha affrontato infine il tema della disciplina delle crisi bancarie, nel testo unico e nella nuova prospettiva integrata europea.

Il Testo unico bancario ha rappresentato nel nostro ordinamento creditizio uno snodo di rilievo storico, come punto di arrivo di un processo di apertura del settore bancario italiano ai principi del mercato regolato che sanciva il passaggio al modello della banca impresa società per azioni e alla vigilanza prudenziale. Ne risultò un corpo normativo improntato a chiarezza ed essenzialità del linguaggio normativo, secondo linee seguite poi anche per il consolidamento della disciplina del mercato mobiliare e delle assicurazioni.

Il tempo però è corso rapido, certamente più veloce di quello che la storia aveva invece riservato alla Legge bancaria del 1936. In un contesto caratterizzato dalla crisi economica e finanziaria mondiale, l'ipotesi di una integrazione bancaria europea perseguita attraverso l'armonizzazione minima e la soft regulation ha mostrato la sua intrinseca debolezza; gli effetti della crisi globale hanno richiesto l'acquisizione di una visione più decisamente unitaria e una riforma realmente incisiva, capace anche di mutare l'architettura istituzionale dei controlli.

Il Convegno del 16 settembre 2013, mettendo a confronto prospettive molteplici e studiosi di estrazione differenziata, ha offerto un contributo notevole di analisi sulle prospettive della nuova vigilanza bancaria europea, la cui azione caratterizzerà lo sviluppo e la capacità del sistema bancario europeo di fronteggiare in maniera efficace le crisi future.

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