N. 258 - Tra il dire e il fare: il divario tra giudizi degli imprenditori e andamenti della produzione nell'industria

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di Antonio M. Conti, Concetta Rondinelligennaio 2015

Tra la metà del 2013 e l’estate del 2014 gli indicatori qualitativi comunemente impiegati a fini di analisi della congiuntura economica avevano fornito segnali coerenti con un progressivo rafforzamento della ripresa ciclica. Nello stesso periodo, gli indicatori quantitativi avevano invece continuato a mostrare una persistente debolezza. Il lavoro presenta dapprima evidenza statistica a sostegno dell’ipotesi di un indebolimento della relazione tra le variabili soft e hard per l’economia italiana nel corso della crisi dei debiti sovrani. Successivamente, valuta il fondamento di alcune ipotesi interpretative. I dati individuali dell’indagine trimestrale Banca d’Italia – Sole 24 Ore sulle aspettative di crescita e inflazione inducono a escludere l’ipotesi che il divario tra indicatori qualitativi e quantitativi derivi da effetti di selezione dovuti alla progressiva eliminazione dal campione delle imprese più in difficoltà. La prolungata fase recessiva sembra invece aver contribuito a modificare le aspettative delle imprese, comportando una revisione al ribasso dei piani di produzione da esse considerati “normali”. Le imprese potrebbero perciò avere espresso attese favorevoli sulle condizioni cicliche, anche in una fase di debolezza generalizzata dell’attività produttiva.