N. 197 – L'innovazione delle imprese italiane tra il 2008 e il 2010

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di Leandro D'Aurizio e Marco Marinuccisettembre 2013

Il lavoro descrive le strategie di ricerca e sviluppo (R&S) delle imprese italiane, usando i dati dell'indagine annuale sulle imprese (Invind) condotta dalla Banca d'Italia. I risultati, relativi al periodo 2008-2010, fanno emergere per le imprese italiane una serie di fatti stilizzati della letteratura relativi alle strategie di R&S: l'attività di R&S è svolta principalmente all'interno dell'azienda e finanziata in prevalenza con mezzi propri. È marginale il ricorso a fonti esterne, quali intermediari finanziari, venture capitalist o fondi pubblici. Questi ultimi sembrano avere una modesta capacità di influenzare la decisione di investire in R&S e tendono invece ad associarsi positivamente all'intensità dell'investimento, una volta intrapresa tale scelta. L'attività di R&S tende ad essere svolta dalle imprese di dimensione maggiore con sede nel Centro-Nord. L'uso di best practices manageriali si associa positivamente soprattutto all'attività di R&S delle imprese, piuttosto che alla loro capacità innovativa. Quest'ultima è significativamente associata alla stessa attività di R&S. Le imprese industriali a vocazione esportatrice presentano maggior propensione sia a investire in R&S sia a depositare brevetti. I maggiori ostacoli all'attività di innovazione sono rappresentati dagli elevati costi iniziali di investimento e dalla mancanza di personale qualificato in grado di svolgere tale attività.

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