n. 18 - La riforma della regolamentazione dei servizi pubblici locali in Italia: linee generali e insegnamenti per il futuro

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di Magda Bianco e Paolo Sestitosettembre 2008

Il lavoro descrive sinteticamente i tratti comuni di un progetto di ricerca sui servizi pubblici locali condotto da ricercatori della Banca d'Italia, avvalendosi anche di rilevazioni ad hoc effettuate dalla rete territoriale della Banca. Nel lavoro ci si concentra su motivazioni, caratteristiche, risultati e lezioni generali del progetto di ricerca (rimandando ai singoli lavori per una descrizione delle specifiche risultanze descrittive ed analitiche e dei dettagli relativi ai diversi settori). In particolare il progetto di ricerca nel suo insieme era volto all'analisi di effettività ed efficacia di riforme avviate già da un quindicennio ma per molti aspetti ancora incompiute. Con questo obiettivo sono stati realizzati sia studi di settore (tanto attività "di rilevanza economica" che taluni servizi "sociali") volti a evidenziare l'effettività dei processi di riforma avviati negli anni novanta; proporre un quadro aggiornato dell'assetto attuale del comparto (in termini di assetti proprietari, ruolo degli enti locali, ecc.); tentare una valutazione delle performance (con riferimento all'evoluzione della struttura di mercato, ai costi, alla qualità, ai risultati di bilancio, agli obiettivi ambientali), sia analisi trasversali relative all'evoluzione della disciplina, all'uso del project financing, ai processi di crescita dei maggiori operatori. L'analisi ha evidenziato come nel complesso i risultati dei processi di riforma siano stati insoddisfacenti. In questo lavoro vengono discusse alcune delle principali criticità degli assetti regolatori e di mercato venutisi a determinare che potrebbero aver contribuito a tale insuccesso: a) l'insufficiente attenzione alla rilevanza delle peculiarità settoriali nel disegno regolatorio; b) le modalità di copertura dei costi mediante tariffa; c) l'eccesso di localismo nell'attività di regolamentazione; d) l'insufficiente separazione tra i diversi ruoli ed interessi dell'ente pubblico locale, contemporaneamente fonte di legittimità politica del potere di regolazione e programmazione affidato ad organi tecnici (in prevalenza locali), eventuale proprietario del gestore (in passato addirittura diretto gestore del servizio) e rappresentante della voice degli utenti del servizio.