Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita - dicembre 2014, n. 2Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Dall’1 al 17 dicembre 2014 si sono svolte le interviste dell’indagine trimestrale Banca d'Italia–Il Sole 24 Ore sulle aspettative di inflazione e crescita. Hanno partecipato 1.000 imprese con almeno 50 addetti, di cui 379 dell’industria in senso stretto, 417 dei servizi e 204 del settore delle costruzioni.

I principali risultati

Aspettative di inflazione in Italia e variazione dei prezzi di vendita delle imprese

In dicembre le aspettative sull’inflazione al consumo sono rimaste su valori assai modesti anche sugli orizzonti più distanti, pur con una lieve revisione al rialzo (0,1 punti percentuali su tutti gli intervalli temporali) rispetto all’inchiesta di settembre. Le attese a sei mesi sono salite allo 0,4 per cento, quelle a uno e due anni allo 0,5 e allo 0,7 per cento, rispettivamente; nell’orizzonte compreso fra tre e cinque anni si sono portate allo 0,9 per cento.

Le imprese segnalano che i propri prezzi di vendita si sono ridotti in media dello 0,3 per cento nell’ultimo anno (contro -0,2 registrato dall’inchiesta di settembre). Nei prossimi dodici mesi i listini segnerebbero una variazione appena positiva (0,2 per cento, da 0,7 rilevato tre mesi fa); la marcata revisione al ribasso delle attese sui prezzi praticati dalle imprese ha riflesso in particolare la correzione delle previsioni nel comparto industriale. La debolezza della domanda e le politiche di prezzo dei concorrenti si confermano i principali fattori all’origine della forte moderazione dei listini.

Valutazioni sulla situazione economica generale dell’Italia

Nello scorso trimestre si è lievemente attenuato il pessimismo delle imprese sulla situazione economica generale. Il saldo percentuale tra giudizi di miglioramento e peggioramento, che era tornato su livelli fortemente negativi in settembre, è lievemente risalito (a -23,1 punti, da -28,7); per circa due terzi delle imprese la situazione economica resta stabile, una percentuale in modesto aumento rispetto all’indagine precedente. La probabilità media assegnata a un miglioramento del quadro economico generale nei prossimi tre mesi è invariata rispetto alla scorsa rilevazione, all’11,9 per cento.

Evoluzione della domanda

Le valutazioni delle imprese circa l’andamento della domanda dei propri prodotti nell’ultimo trimestre sono lievemente meno sfavorevoli rispetto all’inchiesta di settembre; il saldo negativo fra giudizi di aumento e diminuzione si è ridotto a -5,8 punti percentuali (da -6,8). Le valutazioni sulle prospettive a breve termine sono invece ancora peggiorate (il saldo è sceso a 2,1 punti percentuali, da 5,5).

Le valutazioni sull’andamento della domanda estera, corrente e soprattutto attesa, permangono più favorevoli. Il saldo fra le risposte di miglioramento e di peggioramento negli ultimi tre mesi è tuttavia sceso a 12,6 punti percentuali (il valore più basso da dicembre 2013). Per contro le attese a breve termine della domanda estera sono migliorate: lo scarto fra giudizi di aumento e diminuzione è cresciuto di oltre 6 punti percentuali, a 25,8.

Valutazioni delle condizioni operative delle imprese

Le attese a tre mesi sulle condizioni economiche in cui operano le imprese sono caratterizzate dalla perdurante prevalenza dei giudizi di stabilità (75,8 per cento, da 71,9). Il saldo fra le risposte di  miglioramento e di peggioramento si è attestato a -6,8 punti percentuali, un divario meno accentuato di quello rilevato in settembre (-13,6 punti). Le imprese non si attendono ricadute delle variazioni delle condizioni di credito sul loro contesto operativo, mentre temono l’incertezza imputabile a fattori economici e politici.

Le attese a tre anni sulle condizioni operative sono lievemente migliorate: il saldo percentuale tra risposte di miglioramento e di peggioramento si è attestato a 41,7 punti percentuali (da 39,3 in settembre).

Il livello di attività ritenuto "normale" è diminuito negli ultimi due anni per il 44,2 per cento delle imprese (contro il 42,0 per cento registrato in settembre, quando è stata inserita per la prima volta questa domanda); il 22,7 per cento lo giudica in aumento (contro il 24,4).

Condizioni per l’investimento

Le aziende hanno fornito giudizi più sfavorevoli sulle condizioni per investire rispetto allo scorso trimestre: il saldo negativo tra le risposte che indicano un miglioramento e un peggioramento si è ampliato, a -15,0 punti percentuali (da -8,9 nell’inchiesta di settembre). L’andamento aggregato ha riflesso un deterioramento nell’industria in senso stretto a fronte di giudizi in lieve progresso nel comparto dei servizi.

L’attività di investimento nel primo semestre del 2015 si prefigura su livelli sostanzialmente invariati rispetto a quelli della seconda metà del 2014: il 48,9 per cento delle imprese prevede una spesa costante e il saldo fra le risposte di aumento e di diminuzione è pari a 3,2 punti percentuali. In questa indagine sono state censite anche le attese sugli investimenti diversi da quelli in costruzioni: la quota di operatori che ne prevede una stabilizzazione è pari a 57,9 per cento mentre lo scarto tra le risposte di espansione e di riduzione è appena negativo (-0,7 punti percentuali).

Anche le attese di investimento per il complesso del 2015 suggeriscono un’attività di accumulazione in linea con quella dell’anno passato. Il 48,2 per cento delle imprese anticipa una spesa costante rispetto al 2014; il saldo tra la quota di aziende che prevede un aumento e quella che segnala una diminuzione è pari a 3,6 punti percentuali. Le prospettive relative alla componente al netto delle costruzioni risultano lievemente meno positive: la percentuale di aziende che prefigura una stabilizzazione è pari a 58,2 per cento; lo scarto percentuale tra risposte di aumento e di diminuzione è appena positivo (0,2 punti percentuali).

Il 33,5 per cento delle aziende ritiene di aver superato nei mesi scorsi la fase più difficile della congiuntura economica, una percentuale in rialzo rispetto al 27,6 per cento rilevato in settembre. È aumentata anche la quota di operatori che si attendono un solido miglioramento dei ritmi produttivi nei prossimi mesi, al 35,5 per cento, dal 34,1. Valutazioni correnti e prospettiche più favorevoli della media sono state espresse dalle imprese industriali.

Condizioni di liquidità e accesso al credito

Le condizioni di accesso al credito sono rimaste sostanzialmente invariate rispetto all’indagine precedente. Il saldo negativo tra la quota di imprese che segnala un più agevole accesso rispetto al trimestre precedente e quella che indica maggiori difficoltà si è lievemente ridotto, a -2,4 punti percentuali (da -3,1 rilevato in settembre); il miglioramento del saldo osservato nel terziario è stato in parte compensato da un deterioramento di quello relativo all’industria.

Anche le attese sulla posizione di liquidità nel breve termine sono rimaste pressoché stabili: la percentuale degli operatori che ritengono che la loro posizione sarà insufficiente nei prossimi mesi è aumentata al 19,9 per cento (dal 19,1), così come la quota di coloro che la reputano più che sufficiente è cresciuta al 18,5 per cento (dal 17,4). Si confermano più favorevoli della media i giudizi delle imprese di maggiori dimensioni.

Dinamica dell’occupazione

Le attese sull’andamento dell’occupazione nei prossimi mesi sono rimaste sostanzialmente invariate: la quota di imprese che stimano un aumento del numero di addetti nei prossimi tre mesi è calata al 19,9 per cento (dal 20,4 in settembre); quella delle aziende che ne prefigurano una riduzione si è confermata stabile all’11,8.

Le imprese delle costruzioni

In dicembre si è lievemente attenuato il pessimismo delle imprese delle costruzioni circa la situazione economica generale: il saldo negativo fra giudizi di miglioramento e di peggioramento si è attestato a -34,9 punti percentuali (da -37,9 dell’inchiesta di settembre); la probabilità assegnata a uno scenario più favorevole nei prossimi tre mesi è per contro diminuita al 7,5 per cento (da 7,8).

I giudizi sulla dinamica della domanda dei propri lavori sono risultati marginalmente più favorevoli: lo scarto tra le risposte di aumento e quelle di riduzione si è collocato a -13,0 punti percentuali (da -14,3 in settembre). Il saldo positivo circa le prospettive della domanda a breve termine si è nuovamente ridotto (a 2,9 punti percentuali, da 4,1) divenendo negativo (-8,2) per le aziende che realizzano oltre un terzo del fatturato nel comparto residenziale.

Le attese sul contesto operativo delle imprese delle costruzioni sono lievemente migliorate rispetto all’inchiesta di settembre; il saldo negativo sulle valutazioni relative ai prossimi tre mesi si è attestato a -18,3 punti percentuali (da -20,6). L’incertezza imputabile a fattori economici e politici costituirebbe il maggiore ostacolo all’attività economica delle aziende. Le aspettative a tre anni si sono deteriorate: il divario tra le aziende che anticipano un miglioramento e quelle che prefigurano un peggioramento è sceso al 36,3 per cento (da 40,1 censito in settembre).

Il 54,9 per cento delle imprese intervistate ha segnalato una riduzione del loro livello "normale" di attività nell’ultimo biennio, una quota inferiore di circa 3 punti percentuali a quella rilevata in settembre; è aumentata per contro la percentuale di operatori che non hanno osservato variazioni o che non hanno saputo rispondere al quesito.

Anche nel comparto delle costruzioni i giudizi sulle condizioni per investire nell’ultimo trimestre sono diventati più sfavorevoli rispetto a quanto rilevato in settembre: il saldo tra valutazioni di miglioramento e peggioramento si è attestato a -22,9 punti percentuali (da -17,8). La maggior parte delle imprese prefigura una stabilizzazione della spesa per investimenti sia nel primo semestre del 2015 rispetto alla seconda metà del 2014 sia nel complesso del 2015 rispetto al 2014. Su entrambi gli orizzonti temporali prevale la quota di aziende che segnala una riduzione dell’accumulazione rispetto a quella che ne prefigura un aumento.

La quota di operatori che segnala di aver superato negli ultimi mesi la fase più difficile della congiuntura è cresciuta al 24,2 per cento (era 22,0 in settembre); è per contro diminuita la quota delle imprese che si attendono un robusto miglioramento dei propri ritmi produttivi nei prossimi mesi, al 29,2 per cento (dal 33,8).

Le imprese delle costruzioni si attendono una ulteriore flessione dell’occupazione nei prossimi tre mesi: il divario negativo tra le risposte di aumento e di diminuzione si è ampliato a -20,3 punti percentuali (da -18,6 rilevato in settembre).

Testo della pubblicazione