N. 37 - L'economia della CampaniaAggiornamento congiunturale

Nel primo semestre del 2023 l'economia della Campania ha rallentato per l'indebolimento della domanda interna. Secondo le stime della Banca d'Italia, basate sull'indicatore ITER, nella prima metà dell'anno l'attività economica è cresciuta dell'1,1 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2022, in linea con la media italiana (1,2). Il prodotto è aumentato nel primo trimestre dell'anno per poi ristagnare nei mesi primaverili.

Il rallentamento dell'attività ha riguardato tutti i settori dell'economia. Le nostre indagini sulle imprese industriali e dei servizi indicano che le aziende che nei primi tre trimestri dell'anno hanno registrato un aumento delle vendite in termini reali hanno ancora prevalso su quelle con una riduzione; il saldo si è tuttavia dimezzato rispetto a quello rilevato per l'intero anno 2022 da una nostra precedente indagine. La decelerazione delle vendite ha interessato in misura più diffusa l'industria in senso stretto; è stata meno intensa per le imprese dei servizi, in particolare per quelle legate al comparto turistico. Le costruzioni hanno risentito delle modifiche normative introdotte lo scorso febbraio, che hanno limitato l'utilizzo degli incentivi fiscali per gli interventi di recupero del patrimonio abitativo; sono invece risultati in ripresa gli investimenti pubblici delle Amministrazioni locali. I piani di investimento formulati alla fine del 2022, che prevedevano una riduzione della spesa, sono stati confermati da oltre il 70 per cento delle imprese; la quota di aziende che ha rivisto al rialzo la spesa degli investimenti ha prevalso solo moderatamente su quella che l'ha ridimensionata.

Per i prossimi mesi le imprese segnalano attese di moderato ampliamento del fatturato e degli investimenti.

L'aumento delle esportazioni campane è proseguito a tassi sostenuti, riconducibile per oltre la metà al comparto farmaceutico; aumenti di rilievo sono stati registrati dall'agroalimentare e, in particolare, dall'automotive le cui vendite estere sono cresciute significativamente sui mercati europeo e nordamericano. I flussi turistici, in particolare quelli esteri, si sono ancora ampliati, con effetti espansivi sul traffico portuale e aeroportuale di passeggeri.

Nel primo semestre dell'anno l'occupazione è cresciuta moderatamente. Le più favorevoli condizioni del mercato del lavoro hanno portato a un più ampio tasso di partecipazione che si è riflesso in un aumento del tasso di disoccupazione. Nel semestre ha continuato a ridursi il ricorso alle misure di integrazione salariale.

La dinamica dei consumi è stata positiva, pur contenuta dalla perdita del potere di acquisto delle famiglie. La ridefinizione delle misure di contrasto ai rincari energetici a favore delle famiglie ha ampliato notevolmente la quota di utenze interessate in regione, la cui incidenza è circa il doppio della media nazionale. Le modifiche normative alla disciplina del Reddito di cittadinanza (RdC) per il 2023 hanno influito sul numero di nuclei beneficiari che si è ridotto di circa un quarto rispetto a un anno prima; a partire dal 2024 l'RdC sarà sostituito dall'assegno di inclusione come principale misura di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale.

Le transazioni di immobili residenziali sono diminuite per il calo della domanda, fortemente condizionata dal progressivo aumento del costo dei finanziamenti. L'indebitamento complessivo delle famiglie ha rallentato per la crescita più contenuta dei mutui; il credito al consumo si è invece ampliato a ritmi prossimi a quelli della fine del 2022.

Nel corso del primo semestre il credito alle imprese ha decelerato risentendo di condizioni di offerta più restrittive e della minore domanda di finanziamento per investimenti, a causa del più elevato costo del credito.

La rischiosità dei prestiti alle famiglie e alle imprese non ha subito mutamenti sostanziali: i principali indicatori rimangono su livelli storicamente contenuti. In prospettiva la capacità della clientela di sostenere il servizio del debito potrebbe risentire del livello raggiunto dal costo dei finanziamenti.

Il contenuto livello dei tassi applicati sui depositi in conto corrente ha favorito una riallocazione del risparmio a favore di attività più remunerative: per il settore privato non finanziario (famiglie e imprese) è cresciuto il valore dei titoli a custodia detenuto presso le banche, trainato dall'aumento dei titoli di Stato e delle obbligazioni bancarie.

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