N. 11 - L'economia delle MarcheRapporto annuale

Nel 2014 l’economia delle Marche ha ancora ristagnato; stando alle prime stime disponibili, il PIL regionale è lievemente calato, come nel complesso del Paese. Nei primi mesi del 2015 sono però emersi segnali congiunturali favorevoli e dalle inchieste qualitative si è riscontrato un miglioramento della fiducia delle imprese. Il riavvio del ciclo economico deve tuttavia ancora consolidarsi.

Il passaggio al nuovo Sistema europeo dei conti ha comportato una revisione dei conti nazionali e regionali. Il PIL delle Marche a valori correnti è stato rivisto al ribasso, in controtendenza rispetto all’Italia: in termini pro capite, per il 2011 era emerso un differenziale negativo di quasi il 5 per cento tra il PIL regionale e quello nazionale, sostanzialmente allineati, invece, secondo il precedente sistema. Poiché nel successivo biennio l’impatto della crisi è stato più accentuato nelle Marche, il divario si è portato a quasi 7 punti percentuali.

Nel 2014 la produzione industriale si è mantenuta stabile; le differenze negli andamenti settoriali si sono attenuate, sebbene permangano maggiori difficoltà per i comparti che producono materiali per l’edilizia o che hanno comunque più strette connessioni con quel settore, come l’industria dei beni per la casa. La domanda interna è leggermente migliorata ma risulta ancora debole, mentre la crescita delle esportazioni è stata rallentata dal forte calo della domanda proveniente dalla Russia, dove alcune produzioni della tradizionale specializzazione regionale, quali gli elettrodomestici e soprattutto le calzature, detengono significative quote di mercato. Dopo il punto di minimo raggiunto nel 2013, nel comparto immobiliare si è osservato un lieve incremento delle transazioni, che si è però accompagnato a un ulteriore calo della produzione edile, date le molte abitazioni invendute. L’attività risulta nel complesso ancora debole anche nel settore dei servizi, sebbene emergano segnali più favorevoli. Gli esercizi commerciali, in particolare, hanno beneficiato del lieve recupero della spesa delle famiglie per l’acquisto di beni durevoli. I flussi turistici diretti in regione sono aumentati, ma in misura contenuta e solo grazie alla componente estera: il comparto turistico regionale è sfavorito, in questa fase, dalla sua specializzazione relativamente orientata ai turisti di nazionalità italiana, che hanno contenuto gli spostamenti e la spesa per vacanze.

In base alle nostre indagini, nel 2014 è ripresa l’accumulazione di capitale delle imprese industriali, ma solo in misura modesta; i piani delle aziende per il 2015 non prevedono un’ulteriore espansione. Secondo le informazioni tratte dalla contabilità territoriale dell’Istat, a partire dal 2008 gli investimenti fissi lordi nelle Marche hanno subito una caduta più forte che in Italia, specie quelli effettuati dalle aziende manifatturiere e quelli pubblici per infrastrutture.

Dopo una fase di riduzione occupazionale in atto quasi senza interruzioni dal 2009, nel 2014 si sono osservati segnali di miglioramento nel mercato del lavoro: il numero di occupati è tornato ad aumentare e il tasso di disoccupazione a diminuire. Il numero di ore autorizzate per la Cassa integrazione guadagni rimane però ancora elevato.

I prestiti bancari alle imprese si sono ancora ridotti nel 2014, sebbene a un ritmo che si è attenuato rispetto all’anno precedente. Il processo di irrigidimento delle condizioni di accesso al credito si è arrestato, ma non per le imprese delle costruzioni, caratterizzate da una peggiore qualità dei finanziamenti; la domanda ha mostrato alcuni segnali di recupero, restando tuttavia contenuta, specie quella per nuovi investimenti. I prestiti alle famiglie sono risultati stabili; dopo un triennio di forte contrazione, sono tornati a espandersi i nuovi mutui concessi per l’acquisto di abitazioni, che rispetto al passato si caratterizzano per un importo medio più contenuto e una durata inferiore. Il tasso di ingresso in sofferenza è diminuito, ma rimane ancora elevato, sia nel confronto storico, sia rispetto al complesso del Paese. Il risparmio finanziario si è indirizzato soprattutto verso le forme più liquide della raccolta bancaria e verso gli strumenti del risparmio gestito.

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