N. 5 - L'economia del VenetoRapporto annuale

Nel 2014 l’attività economica del Veneto ha mostrato una stabilizzazione dopo il calo del biennio precedente, che aveva fatto seguito alla crisi del debito sovrano. La crescita registrata nei primi mesi dell’anno si è attenuata nei due trimestri centrali; nello scorcio finale del 2014 la produzione è nuovamente migliorata, favorita dalla ripresa delle esportazioni e della domanda per investimenti. Nel primo trimestre del 2015 il clima di fiducia di imprese e famiglie è ulteriormente migliorato anche in seguito all’annuncio del programma di acquisto di titoli pubblici da parte dell’Eurosistema.

Nel 2014 la produzione industriale ha registrato una debole crescita trainata dall’andamento positivo delle esportazioni mentre è proseguita, pur attenuandosi, la fase recessiva del settore delle costruzioni, dove ha pesato il calo degli investimenti in opere pubbliche e la consistenza elevata degli immobili invenduti. L’ulteriore diminuzione del prezzo degli immobili residenziali ha tuttavia favorito la ripresa del numero di transazioni immobiliari, aumentate per la prima volta dall’inizio della crisi finanziaria. Il calo delle vendite al dettaglio nel commercio si è fortemente ridimensionato mentre i volumi di traffico nel comparto dei trasporti sono lievemente aumentati grazie all’andamento dell’interscambio con l’estero e alla lieve crescita dei flussi turistici.

La crisi iniziata nel 2008 ha determinato anche in Veneto una caduta forte e prolungata degli investimenti, in particolare nel comparto immobiliare e delle costruzioni. Gli investimenti industriali, che nella prima fase della crisi internazionale avevano registrato una tenuta, hanno poi risentito della crisi del debito sovrano che ha depresso la domanda interna e contribuito all’irrigidimento delle condizioni di offerta di credito bancario. Il calo è stato più pronunciato per le imprese connotate da una minore redditività e da un limitato orientamento all’esportazione.

Nel 2014 gli investimenti industriali hanno ripreso a crescere, in particolare tra le imprese esportatrici, favoriti dall’aumento dei volumi produttivi e dalla riduzione dei tassi d’interesse. La crescita dovrebbe proseguire nell’anno in corso, ma a un ritmo meno sostenuto.

Con la stabilizzazione dei volumi produttivi le condizioni del mercato del lavoro sono migliorate. Nella prima parte del 2014 l’occupazione è aumentata per stabilizzarsi nella seconda metà. La crescita delle ore lavorate è stata più contenuta poiché gran parte dei nuovi posti di lavoro è a tempo parziale.

La ripresa dell’occupazione dovrebbe riflettersi in un miglioramento delle condizioni economiche delle famiglie venete, che nel corso della crisi sono sensibilmente peggiorate. Il calo occupazionale e il contenimento delle retribuzioni in termini reali ha depresso il reddito disponibile, specialmente tra le famiglie più giovani e con figli. La disuguaglianza nella distribuzione del reddito, tradizionalmente contenuta nel confronto nazionale, è aumentata. Gli indicatori di povertà ed esclusione sociale, obiettivo della Strategia Europa 2020, sono peggiorati.

Si è attenuato il calo dei prestiti bancari grazie al moderato miglioramento della domanda di finanziamenti da parte di imprese e famiglie e alla stabilizzazione delle condizioni di offerta delle banche. La diminuzione dei finanziamenti alle imprese si è attenuata, specialmente nel comparto industriale e per i prestiti a medio e lungo termine. Le condizioni di offerta sono migliorate, specialmente per le imprese non rischiose, con una diminuzione dei tassi d’interesse e un ampliamento della quantità di credito offerta, che dallo scorso autunno beneficia delle operazioni mirate di finanziamento a più lungo termine poste in atto dalla Banca Centrale Europea. La rischiosità dei prestiti alle imprese è rimasta elevata, ancora in crescita nei settori delle costruzioni e dei servizi; conseguentemente le condizioni di accesso al credito in termini di rating e garanzie richieste sono rimaste selettive.

I prestiti alle famiglie sono rimasti pressoché invariati, il numero di nuovi mutui per l’acquisto della casa è tornato ad aumentare per la prima volta dall’inizio della crisi, favorito dalla ripresa delle transazioni e dal calo dei tassi d’interesse; il credito al consumo è rimasto invariato.

Nel triennio 2011-13 l’azione degli enti territoriali ha continuato a risentire dei vincoli di bilancio che hanno penalizzato, in particolare, gli investimenti. Nel complesso la spesa è lievemente aumentata, come nel resto del Paese, e continua a rimanere su livelli significativamente più bassi della media nazionale in termini pro capite.

La spesa per investimenti si è fortemente contratta, proseguendo una tendenza in atto dalla metà degli anni duemila. La spesa corrente ha mostrato una dinamica moderata che ha beneficiato del contenimento di quella per il personale. La dotazione organica degli enti territoriali del Veneto, misurata in rapporto alla popolazione, continua a essere inferiore a quella media nazionale.

In un contesto di minori risorse trasferite dallo Stato, le entrate tributarie sono cresciute, sebbene in misura modesta; l’utilizzo della leva fiscale da parte degli enti locali del Veneto è rimasto più contenuto rispetto alla media delle regioni a statuto ordinario. Il debito degli enti si è ulteriormente ridotto in connessione con la contrazione degli investimenti pubblici e per effetto dei vincoli del Patto di stabilità interno.

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