N. 35 - L'economia del LazioAggiornamento congiunturale

La tendenza recessiva dell'economia del Lazio si è attenuata nella prima metà del 2013; soltanto le esportazioni e il turismo hanno sostenuto la domanda. Le indagini condotte in settembre-ottobre dalla Banca d'Italia segnalano il permanere di livelli di attività economica contenuti ancora nel terzo trimestre dell'anno, assieme a prospettive incerte riguardo alla futura ripresa.

Nell'industria si è ridotto il fatturato nel primo semestre e sono stati rivisti al ribasso gli investimenti. L'impulso legato alle esportazioni si è concentrato sulla farmaceutica. I giudizi qualitativi delle imprese sulla produzione mostrano segnali di parziale recupero dalla primavera. Nelle costruzioni l'attività economica ha continuato a ridursi, in particolare nel comparto delle opere pubbliche; sono diminuite più lievemente le compravendite di abitazioni e le quotazioni di mercato. Il settore dei servizi ha fortemente risentito del calo nei consumi delle famiglie, soprattutto nel commercio e nei trasporti: le imprese hanno registrato un minor fatturato e rivisto al ribasso gli investimenti. È invece proseguita la crescita del numero dei turisti, in particolare degli stranieri, la cui spesa si è accresciuta.

Nella prima metà del 2013 l'occupazione in regione è scesa del 2,3 per cento su base annua, in modo generalizzato tra i principali settori. Il ricorso alla Cassa integrazione è rimasto ampio. Il tasso di disoccupazione è cresciuto di oltre 2 punti, superando il 12 per cento, per l'aumento sia di coloro che hanno perso il lavoro, sia dei giovani in cerca di primo impiego.
Nella prima metà dell'anno l'andamento del credito alla clientela privata regionale ha continuato a risentire della riduzione dell'attività economica: la flessione dei prestiti alle imprese, in atto dalla seconda metà del 2012, è divenuta più intensa, mentre il credito alle famiglie ha ristagnato. Da prime indicazioni queste tendenze sarebbero proseguite nei mesi estivi. I prestiti alle famiglie sono rimasti stazionari, risentendo dell'ulteriore calo delle compravendite immobiliari.

Nelle valutazioni delle banche l'andamento dei prestiti alle imprese continua a risentire della debolezza della domanda di finanziamenti per la riduzione della spesa per investimenti e, nella fase più recente, anche per le minori esigenze di fondi per capitale circolante. Le politiche di offerta delle banche rimangono improntate a cautela per l'aumento della rischiosità delle imprese. Anche le indagini condotte presso le imprese segnalano la sostanziale stazionarietà delle richieste di prestiti e il persistere di difficoltà di accesso al credito.

ùCon il protrarsi della fase recessiva è ulteriormente peggiorata la qualità del credito alle imprese. Il flusso di nuove sofferenze sui prestiti ha raggiunto i livelli più alti dal 2008, aumentando in misura consistente per il comparto delle costruzioni. È rimasta invece su livelli stabili e nel complesso contenuti la rischiosità del credito alle famiglie.

Si è consolidata la ripresa dei depositi bancari delle famiglie, avviatasi nella seconda parte del 2012; l'aumento dei depositi, che ha interessato anche quelli in conto corrente, ha più che bilanciato il calo delle obbligazioni bancarie.

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